14.04.1964 – 27.09.1973 – Gen 3
“Perdona fino a settanta volte sette” (Mt.18,22)
“Potete essere orgogliosi che nelle vostre file Dio si scelga fiori così belli per rallegrare Maria in Cielo, vera capo dei gen 3.” scriveva Chiara a tutti i gen 3 e le gen 3 quando Chiaretta é partita per la Mariapoli Celeste. I primi sintomi della sua grave malattia apparvero a soli due mesi dalla nascita, malattia che ha portato lentamente Chiaretta alla morte a soli 9 anni e mezzo.
I genitori avevano conosciuto l’Ideale mentre Chiaretta era nell’ospedale di Bergamo. Poco dopo si presentò loro la possibilità di trasferirsi con la famiglia a Loppiano dove il papà già lavorava alla costruzione degli edifici.
Chiaretta era cosciente della sua malattia che non avrebbe avuto soluzioni; intelligentissima e matura forse più della sua età, una volta, a soli quattro anni, aveva chiesto alla mamma: ”Mamma, sarà sempre così, non finirà mai?” La mamma le parlò allora di Gesù Abbandonato e Chiaretta disse subito di sì. E la sua scuola fu veramente quella di Gesù Abbandonato. ”Con questa scuola farò più presto ad imparare tante cose”. E fu veramente così, frutto anche di una famiglia plasmata dal Vangelo, sempre nella disposizione di offrire con lei a Dio un unico sacrificio.
A Tiziana, una compagnetta d’ospedale che a causa di un tumore la precederà in Paradiso, diceva: ”Dobbiamo chiedere a Gesù la grazia di potercela fare fino in fondo.” Questa preghiera l’accompagnò fino alla morte.
Chiaretta era assetata di Gesù Eucaristia e Don Mario racconta come, dopo aver fatto la prima Comunione a 7 anni, desiderò ricevere Gesù tutti i giorni Cercò di portargliela anche quando Chiaretta per motivi di salute non si poteva recare in chiesa o era ricoverata in ospedale e la sua anima di bambina si dilatava sempre più, con una maturità spirituale precoce, dovuta al dolore accettato giorno dopo giorno e offerto con amore per tanti fratelli.
Quando aveva circa sette anni il Cardinale di Melbourne in visita a Loppiano volle andarla a trovare per affidarle una preghiera speciale per il Congresso Eucaristico che si sarebbe svolto nella sua città. Chiaretta prese veramente a cuore questo incarico; si fece mettere nella sua stanzetta, proprio di fronte al suo lettino, un grande manifesto a colori con la data del Congresso e tutti i giorni pregava per questa intenzione, seguendo le notizie che le arrivavano attraverso la Radio Vaticana. Il Congresso divenne come un avvenimento suo; così Chiaretta viveva già per tutta la Chiesa.
Verso gli 8 anni incominciò a pregare in modo speciale per i carcerati. Don Mario racconta che si seppe ad un certo punto della conversione di un carcerato da molti anni lontano da Dio. Alla persona del Movimento che lo visitava spesso cercando di amare senza pretendere niente, disse: ”Ti ringrazio; tu non mi hai parlato mai di Dio ma attraverso di te Egli mi si è manifestato ed ho capito chi è.” Questo fatto diede a Chiaretta una gioia immensa e fu uno solo di tanti fatti analoghi successi in quel tempo nel contatto con vari carcerati. Chiaretta per quanto poteva non trascurò mai lo studio, anzi. Non potendo frequentare la scuola la maestra le faceva avere a casa il programma e i compiti da fare di volta in volta. Si preparò così con diligenza agli esami che andarono tanto bene.
Intanto la malattia progrediva e gli ultimi tempi di Chiaretta furono veramente un “andare fino in fondo” momento per momento, con un amore sempre rinnovato. Divenne come il cuore della Mariapoli e tutti facevano a gara nell’essere presenti in qualche modo, vivendo veramente in un clima di altissima unità. Si può dire che tutti sostenevano Chiaretta e lei sosteneva tutti. Diceva:
”Gesù, se tu vuoi, puoi compiere anche un miracolo ed io sarei guarita. Ma se il tuo disegno di amore è quello di chiamarmi a te, allora eccoti la mia vita: te la offro…”
Negli ultimi giorni Chiara le inviò questo telegramma:
”Ti assicuro tutta la mia unità. Maria è presente accanto al tuo lettino e ti guarda con amore. Ti abbraccio. Chiara”
Quando Chiaretta partì per il Paradiso, Chiara inviò ai genitori un telegramma in cui fra l’altro diceva.
”…Avete donato al mondo un angelo raro…Chiaretta rimane viva in mezzo a voi, ma ora la possediamo anche noi spiritualmente presente in tutti i focolari. C’è da cantare solo l’alleluia: Chiaretta è risorta.”