04.12.1904 – 20.12.1990 – Focolarino sposato
“Tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor. 3,23)
Alceste nasce in Umbria, si laurea in giurisprudenza e diventa poi un alto funzionario del Ministero del Tesoro. Nel suo lavoro è stimatissimo per la competenza e l’onestà.
Negli anni difficili del dopoguerra rappresenta il governo italiano nelle conferenze internazionali che si occupano di applicare il piano per la ricostruzione dell’Europa a Berlino, a Londra e a Parigi.
Sposato con Teresa, ha due figlie: Serenella e Chiara. Ha tanto amore e dedizione per la famiglia.
“Avevo tutto – salute, famiglia, denaro, eppure mi sentivo inquieto. Capivo che tutto questo era provvisorio. Giunto a cinquant’anni pensai che la vita stava per finire. E fui preso allora da una grande angoscia”.
Ed è proprio nel 1955, alla Mariapoli di Vigo di Fassa, che conosce l’Ideale e vi aderisce subito. La sua vita si trasforma radicalmente e così quella della sua famiglia. Poco dopo egli sente la chiamata al focolare.
Nel 1977 Teresa, volontaria, torna al Signore. Alceste, che nel frattempo aveva ricevuto da Chiara il nome nuovo di ‘Matteo’, in ricordo del personaggio evangelico cui fa riferimento, le scrive:
“Ormai non sono più un ‘focolarino sposato’. Men che meno potrei essere un ‘focolarino vedovo’. Se mi accetti, io sarò uno che, sciolto dal vincolo matrimoniale, si riconsacra a Dio pur nella povera condizione umana in cui si trova. Chiara gli risponde a voce: “La mia risposta è si, con tutto il cuore.”
Si trasferisce così a vivere in focolare a Roma .Spesso è chiamato a raccontare la sua esperienza in Mariapoli, in Italia ed anche negli Stati Uniti dove c’è sua figlia Serenella, focolarina. Si prepara bene, ricordando le parole di Chiara: ”Dalla vostra piccola storia si può capire la grande storia del cristianesimo”. Con gli appunti preparati per queste occasioni scrive il primo dei suoi tre libri: “Quella violenza di Dio”.
Nel 1981 Matteo sente il desiderio di vivere a Loppiano. Scrivendo a Chiara spiega:
“Non intendo certo andare in pensione. Qualcosa potrei sempre fare. Io penso a Loppiano come ad un bozzetto di ‘città sul monte’ dove, tra gli altri, il vecchio Simeone e la profetessa Anna potrebbero dar gloria a Dio anche con la loro semplice testimonianza.”
Il focolare dove vive è veramente la sua nuova famiglia. E’ pienamente libero con ciascuno degli altri focolarini, dai quali si sente profondamente compreso e sostenuto, e nei quali trova dei veri fratelli : la differenza di età non conta.
Nel febbraio 1992 Matteo si ammala seriamente e viene ricoverato in ospedale. Quando gli viene detto che Chiara è informata della sua malattia e che tiene Gesù in mezzo con lui, risponde:
”Dì a Chiara che dobbiamo ringraziare Dio perché i suoi figli sono sempre felici, anche quando sono malati, anche all’ospedale”.
Il 2 dicembre del 1992 Matteo festeggia anticipatamente con le figlie e con tutti della Mariapoli di Loppiano il suo ottantottesimo compleanno. Poi improvvisamente si aggrava ma i suoi ultimi giorni sono caratterizzati dalla gioia, quella gioia chiesta per lui da Chiara appena saputo del suo stato di salute. Nei momenti di lucidità continua a ripetere : “Sì, grazie, teniamo Gesù in mezzo…”. Si spegne poi nella gioia, proprio come lui si aspettava ed aveva confidato l’anno precedente: ”Morirò tranquillamente… con tutta la serenità”.
Serenella ha mandato a Chiara questo fax dagli Stati Uniti:
”Chiara carissima, ho appena sentito che Matteo è partito e volevo dirti grazie per questo figlio tutto tuo che hai accompagnato fino all’ultimo respiro, chiedendo ed ottenendo per lui la gioia. Grazie per aver dato ad entrambi il dono di poter tenere Gesù in mezzo in un rapporto divino-umano meraviglioso, radicato nell’unità che entrambi abbiamo con te. L’umano sente il taglio che offro subito abbracciando Gesù Abbandonato con tutto il cuore; l’anima canta un inno di lode per questa creatura”.