Sengsoury Francesca Cheangsavang

20 Apr 2020 | Life

A luminous example of a life lived according to the Gospel (September 12, 1979 –September 24, 2008)

Hers is a fascinating story. It began when her very young parents swam across the Mekong River to reach Thailand, leaving behind the regime of their country, Laos.

After enormous hardships, they arrived in Italy, greeted by a family unknown to them who lives in the International Focolare town of Loppiano. And it was in Raffaella and Roberto Cardinali’s home that Sengsoury (“sunray” in Laotian) and her twin sister, Sourinia came into the world on September 12,1979.

Since her childhood Senny had shown a remarkable interest in the evangelical spirit of unity and love that animates the town of Loppiano. At the age of nine she asked to be baptized taking the name Francesca.  As a teenager she became an enthusiastic member of the Gen Movement and she and Sourinia worked as protagonists for the preparations of the 1997 Supercongress. At 23, a dream came true: to spend a whole year at the Argentinian town of the Focolare, Mariapolis Lia, where young people from every part of the world converge. It was an experience that led her to an even more radical choice of God and to a more and more concrete and refined love for the people she met…

Sengsoury loved composing poems and lyrics which she sang in her beautiful voice accompanied by her guitar.  Her sister sang along with her. She enrolled at a beautician school in Florence. Anyone who knew her spoke of her as someone who fascinated people with her particular sensitivity, natural elegance, and her luminous eyes.  But she was also a person who, for her determination to follow Jesus, could leave one unsettled. She became engaged to Marco and together they made plans for the future.

In 2004, at 25, a severe and rampant autoimmune disease changed her life. Four years later she told a friend about a letter she wrote to Chiara Lubich describing her situation:

I have a rare disease that has affected my movements, my speech; and the pains that I experience in my bones and muscles are sometimes unbearable.  In these years, thanks to the support of my foster “grandparents,” Raffaella and Roberto, and the youth and many others in the Movement, I have tried to transform these painful moments, the long stays in the hospital, the treatments and check-ups, into “drops” of love for Jesus.”

During the Christmas season I was staying at a rehabilitation center near Florence.  However, broncopneumonia forced me to move to the hospital.  I suffered a lot, not only physically.  I asked myself why I found myself in this situation.  I was the youngest in the department, and I had to be fed through a tube, keeping an oxygen mask on.  I saw many of my dreams disappear: my marriage, work, the desire to travel, to play the guitar and sing.  At times I feel Jesus far from me. I turn to Mary but I feel she is not close to me either.  However, I always get an answer: either through a thought, or a spiritual writing, or a word spoken to me by someone passing by.  And peace returns and with it the strength to say “for you, Jesus” in every situation, like going through a sleepless night because of immense pain.  I want to go on without giving up.  I ask Jesus to help me get through it all and fulfill the plan God has for me.  I wish so very much to become a saint.”

The Focolare community acted in a thousand ways: from giving economic and moral support to her parents to taking turns in being close to her also during moments of celebration and sharing; meanwhile from her bed Sengsoury continued to spread that special love she had.

To a gen she confided: “There is only the present moment!” And with a weak voice she sang a song to Jesus, “O sole mio-” And she was evermore determined to offer every suffering to him and transform them – as she liked to say – into “golden nuggets.”

On September 16, 2008 she was admitted in intensive care.  In the days preceding her death on September 24, she became more and more that “sunray” that overcomes every darkness, repeating so many “yeses” to Jesus.  She recognized those close to her with a wink or a handshake.  For them, for the staff of the department and for all the youth of the Movement, also those from afar, who followed her with their prayers, Sengsoury was, just as her name says, a true “sunray“, a luminous and authentic example of the Gospel lived.

Da qui, dopo immani vicissitudini, approdano in Italia accolti da una famiglia a loro sconosciuta che risiede a Loppiano, la cittadella internazionale dei Focolari. Ed è proprio nella casa di Raffaella e Roberto Cardinali che Sengsoury (“raggio di sole” in laotiano) e la sorella gemella Sourinia vengono al mondo, il 12 settembre 1979.

Fin da piccola Sengsoury manifesta una spiccata attrattiva per lo spirito evangelico di unità e di amore che anima la cittadella di Loppiano e a nove anni chiede il battesimo prendendo il nome di Francesca. Impegnata con entusiasmo nel Movimento Gen, da adolescente è in prima linea, con Sourinia, nella preparazione del Supercongresso 1997.

A 23 anni il coronamento di un sogno: trascorrere un intero anno alla Mariapolis Lia, la cittadella argentina dei Focolari cui convergono giovani di ogni parte del mondo. Un’esperienza che la porterà ad una scelta ancor più radicale di Dio e ad un amore sempre più concreto e raffinato verso le persone che incontra.

Sengsoury ama comporre poesie e testi di canzoni che insieme alla sorella canta con la sua bella voce accompagnandosi con la chitarra. È iscritta ad una scuola per estetiste a Firenze. Chi la conosce parla di lei come di una ragazza che affascina per la sua particolare sensibilità, la naturale eleganza, gli occhi pieni di luce. Ma anche di una persona che per la sua determinazione a seguire Gesù, lascia spiazzati. È fidanzata con Marco e insieme fanno progetti per il futuro.

Nel 2004, a 25 anni, una grave e fulminante malattia autoimmunitaria le cambia l’esistenza.

Quattro anni più tardi detta ad un’amica una lettera a Chiara Lubich nella quale descrive la sua situazione:

«Ho una rara malattia che mi ha portata a difficoltà motorie, nell’uso della parola e a forti dolori – a volte lancinanti – alle ossa e ai muscoli. In questi anni, grazie al sostegno dei miei ‘nonni’ Raffaella e Roberto, a quello dei giovani del focolare e di tanti del Movimento, ho cercato di trasformare i momenti di dolore in “gocce” d’amore per Gesù: le lunghe degenze in ospedale, le cure, i controlli.

Nel periodo di Natale sono stata accolta in una struttura vicino a Firenze per la riabilitazione. Ma una broncopolmonite alimentare mi ha costretta ad un nuovo ricovero in ospedale. Ho tanto sofferto, non solo fisicamente. Mi chiedevo perché proprio io in questa situazione. Sono la più giovane del reparto, devo essere alimentata tramite sondino, tenere la maschera dell’ossigeno. Ho visto infrangersi tanti sogni: il matrimonio, il lavoro, il desiderio di viaggiare, suonare la chitarra, cantare. A volte sento Gesù lontano; mi rivolgo a Maria, ma anche lei non è vicina a me. Ma sempre mi arriva la risposta: da una riflessione, uno scritto spirituale, una parola dettami da chi mi viene a trovare. E mi torna la pace e con essa la forza di dire “per Te Gesù” in ogni situazione, come passare la notte in bianco per i forti dolori. Non voglio mollare. Chiedo a Gesù di aiutarmi a farcela e a realizzare il disegno che Dio ha su di me. Vorrei tanto farmi santa!».

La comunità del Movimento si attiva in mille modi: dal sostegno economico e morale ai suoi genitori, all’alternarsi accanto a lei anche con momenti di festa e di condivisione; mentre dal suo letto Sengsoury diffonde un amore unico.

Ad un gen confida: “C’è solo il presente!” e con un filo di voce si mette a cantare rivolta a Gesù “O’ sole mio”. È sempre più determinata ad offrirgli ogni sofferenza e di trasformarla – come ama dire – in “pepite d’oro”.

Il 16 settembre 2008 entra in terapia intensiva. Nei giorni che precedono la sua dipartita, il 24 settembre, diventa più che mai quel “raggio di sole” che sconfigge ogni tenebra ripetendo tanti “sì” a Gesù.

Chi le sta vicino li percepisce da un cenno degli occhi o una stretta di mano. Per loro, per il personale del reparto e per tutti i giovani del Movimento, anche lontani, che l’accompagnano con la preghiera, Sengsoury è – come indica il suo nome – un vero “raggio di sole”, un esempio luminoso, autentica testimone del Vangelo fatto vita.

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