La festa del Santuario Maria Theotokos

11 Mag 2020 | Vita

Mercoledì 13 maggio, memoria della Beata Maria Vergine di Fatima, ricorre la festa del Santuario Maria Theotokos. Per l’occasione, il vescovo della diocesi di Fiesole, Mons. Mario Meini celebrerà a porte chiuse la messa che si potrà seguire in diretta streaming, dalle ore 19.00.

 

Anche quest’anno celebreremo la festa del Santuario Maria Theotokos. In forma essenziale, a causa delle misure restrittive ancora in vigore, ma ugualmente solenne. Mons. Meini, vescovo di Fiesole, celebrerà la messa, nel santuario a porte chiuse, che sarà trasmessa in diretta streaming, dal canale Youtube della cittadella, dalle 19.00 del 13 maggio.

Una curiosità. Seppur dedicato alla “Madre di Dio” che nella Chiesa si festeggia il 1° gennaio, il giorno della festa del santuario fu scelto dall’allora vescovo della diocesi di Fiesole, Mons. Luciano Giovannetti per consentire a lui, e ai suoi successori, di partecipare alle celebrazioni.  Questi propose il 13 maggio per due motivi. Il primo, perché giorno di una festa mariana, nel quale si fa memoria della Beata Maria Vergine di Fatima. Il secondo perché il 13 maggio è anche una data importante nella storia di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari. Ecco come Igino Giordani, cofondatore dei Focolari, ricorda quanto successe il 13 maggio 1944:

«Il 13 maggio si scatenò a Trento il secondo grande bombardamento. Tra le tante, una casa accanto all’abitazione di Chiara restò distrutta e l’abitazione stessa di Chiara fu lesionata, coi muri e vetri in frantumi. Inabitabili risultarono pure le case di Dori e Natalia e altre. L’ospedale – dove lavorava il fratello di Chiara come assistente medico – in gran parte schiantato, con morti e feriti.

Quel giorno stesso lei incontrò Dori e si abbracciarono: erano entrambe senza casa. Andò all’ospedale e contemplò la strage; e allora Gino stesso – il fratello medico – constatò: “Vanità delle vanità; tutto passa”.

La notte ella dormì all’aperto, nel giardino di Gocciadoro, coi genitori, i quali passarono quelle ore a meditare sul modo come sfollare. Chiara ricordò che, nel fare il voto di castità, aveva promesso al padre spirituale di non abbandonare la città di Trento: donde la sofferenza al pensiero dell’imminente separazione. E pianse dirottamente. I genitori, non sapendo, cercavano di consolarla. Si consolò ricordando il motto: – Omnia vincit amor! – E pregando con gli occhi alle stelle vide passare il carro dell’Orsa. E poco prima dell’alba, quando i genitori obbligati a sfollare presero a radunare le poche cose salvabili nella casa, ella dichiarò al padre di non poter partire per la promessa fatta: s’inginocchiò davanti a lui, e lo guardò con gli occhi pieni di pianto. E il padre la benedisse, con angoscia assentendo. Ella ripetè il gesto con la mamma, la quale però oppose resistenza.

E i genitori con sacchi sulle spalle, s’avviarono per la campagna: lei, senza niente in mano, con l’anima straziata, piangendo s’avviò per la città distrutta. Ad un dato punto incontro una signora. Sembrava impazzita dal dolore e le disse: “Quattro me ne sono morti!”. Chiara la consolò e pensò di dimenticare il suo dolore per pensare a quello dell’umanità».

 

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