Insieme, al servizio della Scuola Loreto

7 Dic 2024 | Formazione, Notizie, Vita

Hanno età diverse, vengono da Paesi diversi. Alle spalle, non hanno storie perfette. Ma rispondendo ad una chiamata, hanno raggiunto Loppiano per mettersi al servizio delle famiglie che frequentano la Scuola Loreto.

Quando arrivo è già notte e fuori c’è il gelo. L’appuntamento è nel salottino di Casa Felicetta, un edificio in pietra, tipicamente toscano, in località Montelfi. Busso, trattenendo una certa impazienza per via del freddo. Fortunatamente, qualcuno pronuncia subito il classico “avanti”. Entro, accolta dall’aria di una qualche opera lirica di cui non ricordo il titolo. Non me lo aspettavo ma mi piace: rende più calda l’atmosfera. Loro sono già tutti lì ad aspettarmi. «Come intorno al fuoco», mi viene da pensare. Ma il focolare non c’è, sono semplicemente seduti, chi sulle sedie, chi sulle poltrone o il divano, in un cerchio accogliente, oserei dire “familiare”, se l’aggettivo non risultasse troppo scontato, per via del luogo in cui ci troviamo: la Scuola Loreto per famiglie di Loppiano. “Loro” sono il gruppo degli animatori: Maria Angelica e Lucio Rojas, della Colombia; Daniela ed Enrico Borello, italiani; Yara e Jose Luis Zepeda, neoarrivati dal Messico. Insieme, accompagneranno le famiglie che hanno scelto di frequentare la Scuola Loreto quest’anno. «Siamo 7 famiglie, di cui 14 adulti e 7 bambini, con provenienze, a parte noi, dalla Norvegia, dall’Argentina, dalla Corea e dal Costa Rica», spiega Maria Angelica.

I coniugi Rojas sono qui dal settembre 2023. Lei è medico dentista, lui professore universitario in pensione. «Ognuno di noi ha alle spalle una storia diversa. A noi è stato chiesto di venire qui in un momento difficile per la nostra famiglia. Dopo un discernimento con i nostri figli, abbiamo capito che il dire “sì” sarebbe stata un’importante occasione di crescita per loro. E così siamo partiti», ricorda Maria Angelica.

«Per noi, non c’è stata una richiesta vera e propria di spostarsi a Loppiano – spiega Enrico, anche lui pensionato, con un passato da formatore in ambito carcerario –. Eravamo già qua per accompagnare uno dei nostri figli in un momento molto difficile per lui». Sua moglie Daniela, che ha insegnato per 42 anni nelle scuole elementari, precisa: «Ci hanno proposto: perché non vi trasferite alla Scuola Loreto? Così, eccoci qui. Contenti della scelta perché era un nostro desiderio quello di fermarci ancora un po’ di tempo a Loppiano».

Yara e Jose Luis hanno, rispettivamente, 50 e 48 anni. Lei è tutor universitaria e lui un imprenditore. Non è la loro prima volta alla Scuola Loreto. L’avevano frequentata da “studenti”, tra il 2017 e il 2018. Sono arrivati qui con il loro figlio minore, Francisco, che ha da poco compiuto 19 anni, e ha deciso di abbandonare il nido familiare per fare l’esperienza del Progetto Giovani, sempre nella cittadella. «Abbiamo quattro figli. Ma ora che sono tutti cresciuti, ci ritroviamo per la prima volta da soli – confida un po’ sperduto Jose Luis –. Per questo abbiamo sentito l’esigenza di tornare a Loppiano, per imparare a donarci in maniera diversa e anche per condividere con altre famiglie questa nuova tappa della nostra vita».

Seduti, «come intorno al fuoco», si ascoltano e si accolgono queste confidenze preziose di famiglie reali, per nulla perfette o ideali. E si capisce che a questa Scuola speciale nessuno si mette in cattedra. «Come team cerchiamo di accogliere e di voler bene alle famiglie che arrivano – prova a spiegare Daniela –. Noi non ci sentiamo diversi da loro, anzi, ci sentiamo proprio come loro. Così, si tratta di ascoltare quello che hanno da dire, i loro bisogni. Vivere le difficoltà che possono sorgere insieme a loro. Senza dare soluzioni preconfezionate ma camminando insieme». Aggiunge Maria Angelica: «Diciamo sempre che la Scuola si costruisce giorno per giorno. Non è un’esperienza accademica: anche se si impara. Non è nemmeno un’esperienza esotica, in cui vivi con famiglie di altri Paesi. Ma è un’esperienza di vita. E quello che possiamo offrire noi, come animatori, è l’amore, l’unità, prima di tutto, tra di noi. Per lasciarci guidare da Dio affinché Lui possa, anche attraverso di noi, manifestare a queste famiglie il compito o il cammino da percorrere».

 

 

Alcuni scatti di vita all Scuola Loreto

 

 

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