Miriam, il coraggio delle domande e la ricerca delle risposte

14 Set 2024 | Giovani, Giovani in evidenza, Storie, Vita

Miriam Gallifuoco ha 23 anni, è italiana, ed è arrivata al Progetto Giovani di Loppiano nell’ottobre 2023. Non è la sua prima esperienza nella cittadella. Oggi, vi svolge il Servizio Civile, contribuendo a diffondere una cultura di accoglienza e fraternità.

 

«C’erano tante cose della mia vita in cui non ero mai andata in profondità. Cioè, le vivevo soltanto perché capitavano. Ero della filosofia: finché non ti fai la domanda il problema non esiste…». Questo, almeno, fino al 18 marzo 2023, quando Miriam Gallifuoco, 22 anni, originaria di Gorgonzola, un paese dell’hinterland milanese, visita per la prima volta in vita sua Loppiano, su invito di un sacerdote della sua parrocchia, don Carlo Seno.

Lei è una giovane donna molto impegnata. Ha studiato scienze dell’educazione, si sta per iscrivere alla magistrale. Lavora come maestra di sostegno in una scuola. È cresciuta in parrocchia, dove è animatrice di un gruppo di adolescenti e, con la sorella, è responsabile del coro della messa della domenica mattina. Ma vive un momento di crisi: sogna di fare l’educatrice ma è stata da poco costretta a lasciare un’esperienza di volontariato che svolgeva in una comunità di minori detenuti. «Questo mi aveva mandata in palla totale sul mio futuro. “Io sto lavorando in una scuola mentre sento che la mia strada è un’altra”, mi dicevo, “cosa sto facendo della mia vita?”».

Raggiunge Loppiano accompagnata da questi dubbi. «Arrivata qui – ricorda illuminandosi –, ho conosciuto giovani da tutto il mondo, più o meno della mia età, che avevano mille domande sulla loro vita. Però, a differenza di me, non le evitavano, e avevano scelto di “starci”, prendendosi del tempo».

Quel fine settimana le lascia tanta gioia, una grande carica interiore, ma anche un po’ di nostalgia. Così ritorna in occasione del festival dei giovani del 1° maggio. «Mi sono prenotata subito e ho obbligato la mia migliore amica ad accompagnarmi – racconta divertita –. E qui ho ritrovato i ragazzi che avevo conosciuto che, sebbene fossero passati quasi due mesi, si ricordavano ancora di me! Mi sembrava incredibile!».

Anche l’amica si trova bene ma non rimane folgorata dall’esperienza come lei. Mentre è ancora nella cittadella, una delle ragazze coreane con cui aveva stretto amicizia le propone di tornare a trovarle, rimanendo qualche settimana. «Già – risponde Miriam –, perché no?».  

Così, scopre di poter vivere a Loppiano facendo l’esperienza del Progetto Giovani e, finita la scuola, riparte verso sud, decisa a trascorrere nella cittadella due settimane.

«Al mio arrivo – ricorda –, mi misero a lavorare all’accoglienza dei visitatori, io che non conoscevo niente del Movimento dei Focolari!». Per prepararsi, le viene dato un libro, in cui scopre per la prima volta il pensiero di Chiara Lubich. «Mi colpì tanto quest’idea dell’amore che è intrinseco, in ognuno di noi. Io ero alla ricerca anche dal punto di vista della fede. Sì, andavo in parrocchia, in chiesa… ma perché? Soltanto perché mi piaceva o mi ero presa l’impegno?» ammette. Le settimane diventano tre. Miriam assapora la vita della cittadella. Quel particolare stile di vivere insieme fatto di accoglienza e ascolto, di convivenza che porta ad essere per l’altro “casa”.

«In quei giorni, ho camminato tanto e, mentre camminavo, riflettevo: “Come posso chiedere a un’adolescente che viene da una situazione di disagio o ad uno della parrocchia, di farsi domande sulla sua vita, di mettersi in gioco nella sua fede, se io non l’ho fatto per prima? No. Se essere educatori vuol dire essere testimoni, allora devo viverle per prima io queste cose!”».

Così, tornata a casa, matura la decisione: lasciare il lavoro e rimandare l’iscrizione alla magistrale, per trascorrere alcuni mesi nella cittadella, continuando l’esperienza del Progetto Giovani. Ricevuta la benedizione dei genitori e anche della responsabile della scuola in cui lavorava, arriva per la quarta volta a Loppiano il 9 ottobre 2023.

«Non è stato sempre facile ma sto crescendo da tanti punti di vista – confida guardandosi indietro –: nel rapporto con me stessa, conoscendomi meglio; nel modo di relazionarmi con gli altri, accogliendo anche le fragilità altrui; con Dio, che non è qualcuno distante dalla mia vita ma una presenza reale. Sto imparando a vedere Dio nell’altro che incontro ogni giorno, e ad affidarmi a Lui: io posso e devo fare la mia parte, ma fidandomi di Dio».

Stando a Loppiano, Miriam ha avuto anche l’opportunità di fare domanda per svolgere il Servizio Civile nella cittadella, continuando a lavorare per l’accoglienza dei bambini, dei ragazzi e dei giovani: «Facendo questo lavoro ho l’opportunità, ogni giorno, di ridonare quel semino che è stato messo in me. E penso che, se anche soltanto una persona tra tutti quelli che passano da qui, un giorno, si farà delle domande come quelle che mi sono fatta io, allora, tutto il mio lavoro avrà avuto senso!».

 

Share This