Progetto giovani: lo sguardo mutato di Fadi

7 Apr 2023 | Giovani, Giovani in evidenza, Notizie, Vita

Fadi è arrivato a Loppiano dal Canada per partecipare al Progetto Giovani. Tre mesi, per fare un’esperienza di convivenza con coetanei di nazioni diverse. Ma anche un tempo per cambiare lo sguardo, sulle persone e sulle cose.

 

Fadi racconta che il Canada, il Paese da cui arriva, non è il suo Paese natale. Il suo nome completo è Fadi Aziz, ed è iracheno. Oggi ha 28 anni. Ma la sua storia da migrante è cominciata nel 2001, quando aveva appena 6 anni. La prima destinazione è stata la Giordania, dove ha vissuto circa 11 anni. È cresciuto con il padre e la zia, che gli ha fatto da mamma, dopo che i suoi si sono separati. Ha conosciuto la spiritualità del Movimento dei Focolari da piccolissimo. «Praticamente, ci sono cresciuto dentro, sia in Iraq che in Giordania – ammette – grazie a mia zia, che ne faceva parte».

Nel 2012, Fadi e la sua famiglia si trasferiscono oltre oceano, a Windsor, una città situata sulle rive del fiume Detroit, nella provincia canadese dell’Ontario. Racconta: «Attualmente, lavoro nel ristorante di mio nonno, faccio le pizze, cucino. Prima lavoravo nell’edilizia». Tre anni fa, ha perso suo padre, a causa di un cancro. «Quando mio padre è morto, ho perso la fede. Sarò totalmente onesto: ho iniziato a dire che non credevo più in Dio, perché se Dio fosse esistito, non avrebbe permesso che una persona come mio padre, che non aveva mai fatto del male a nessuno, morisse».

Fadi vive con il nonno e la sua zia-mamma. Nella nuova città non c’è il focolare. «Io cercavo nei soldi o nelle cose la mia felicità, ma non la trovavo, mancava sempre un pezzo di me. Ma poi sono successe un paio di cose e mi sono reso conto di avere sempre avuto Qualcuno che vegliava su di me…». Fadi scopre che a Montréal è arrivato Pascal, un focolarino che conosce fin da bambino, dai tempi della Giordania. «Ho deciso di ritrovare la fede e di tornare a pregare, ma avevo bisogno di aiuto. Per questo ho ricontattato Pascal. E lui mi ha aiutato. E poi sono arrivato qui, a Loppiano, al Progetto Giovani».

Confessa, serafico, che è atterrato con grandi aspettative! «Speravo di ritrovare quell’amore incondizionato che avevo scoperto da bambino e che non ho mai trovato altrove. Qui, le persone ti amano senza chiederti nulla in cambio. La logica del mondo è: se mi dai qualcosa, io ti restituisco qualcosa. Non so come spiegarlo esattamente…». Si interrompe, come per guardarsi meglio dentro. «Insomma, speravo semplicemente di ritrovare quella bella sensazione di pace dentro di me» spiega.

Fadi sosterà a Loppiano per tre mesi. Qui, abita in una casa con giovani che provengono da nazioni diverse: Spagna, Argentina, Colombia, Pakistan, Germania, Bolivia, Croazia, Stati Uniti, per citarne solo alcune. Quindi, lingue diverse, culture diverse. Una bella sfida. Le maggiori difficoltà, ammette, sono state soprattutto all’inizio, quando serve tempo per scoprire cosa va bene o non va bene, per l’uno e per l’altro. «Questo ti insegna molto – commenta – prima di tutto sulle persone, poi sulle culture e su tutto il resto. La cosa più importante che ho imparato è riuscire ad amare qualcuno, nonostante tutto». E cerca di spiegarsi meglio: «Ho capito che, anche se qualcuno non ti apprezza o non ti tratta bene, se continui ad amarlo, e ad amarlo e ad amarlo, le cose cambiano. Magari non alla prima, non alla seconda… ma ad un certo punto accade, ed è bellissimo!». 

Per Fadi, questo è il tempo per capire cosa fare in futuro, scoprire ciò che lo rende felice e anche, in un certo senso, per cambiare sguardo: «Vivere a Loppiano mi sta insegnando a guardare le cose da una prospettiva diversa. Prima, quando succedeva qualcosa di brutto, pensavo sempre: “Perché sta succedendo proprio a me?”. E vedevo solo il negativo, dimenticandomi delle cose positive che stavano accadendo nella mia vita. Lo stesso con le persone. Vedevo soltanto il negativo, non guardando il loro bello. Qui, ho imparato a guardare le persone nel loro insieme, non solo il male. Ma a vedere il bene dentro di loro».

Share This