“Fondo Impresa Donna” è un’iniziativa del Ministero dello sviluppo economico per sostenere le aziende al femminile con una dotazione di 200 milioni di euro. Il Polo e il Comune di Figline e Incisa Valdarno hanno organizzato un appuntamento formativo per accedere al credito.
Donna e imprenditrice, un binomio non facile da vivere. Così, il Polo Lionello Bonfanti è attivo nel sostenere lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile. Un impegno e un’attenzione non da ora, ma certo favoriti anche dal fatto che a dirigere la società che gestisce il Polo, in qualità di amministratore delegato, sia adesso una donna, la spagnola Rebeca Gómez Tafalla. Il 27 aprile scorso si è tenuto al Polo un laboratorio di progettazione nel quadro delle iniziative legate al “Fondo Impresa Donna”. L’obbiettivo dell’appuntamento era di evidenziare e cogliere una ghiotta opportunità, che aprirà i battenti il prossimo 19 maggio, giorno in cui entrerà in funzione la piattaforma digitale per l’inoltro delle domande di finanziamento. Si tratta di poter attingere ad una dotazione di 200 milioni di euro, quale incentivo del Ministero dello sviluppo economico per favorire la nascita, lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili.
Alla proposta del Laboratorio di progettazione hanno risposto oltre 50 donne, una quindicina delle quali in presenza nella sala del Polo, le altre collegate in videoconferenza. Coinvolte imprenditrici e potenziali imprenditrici di varie parti d’Italia, ma la presenza prevalente veniva del Valdarno. Un bel segnale, questo, di radicamento del Polo nel territorio e di risposta del territorio circostante. Ad incominciare dal Comune di Figline e Incisa Valdarno, che ha voluto organizzare, assieme al Polo, l’appuntamento. «È un’iniziativa importante – ha sottolineato Francesca Farini, assessore alle attività produttive dell’amministrazione civica locale – perché prepara all’accesso a cospicue risorse. Le donne sono una presenza innovativa e hanno qualità per avviare attività produttive, ma vanno aiutate dalle istituzioni per autodeterminarsi».
In Italia, secondo il Rapporto di UnionCamere, le imprese a conduzione prevalentemente femminile sono il 22 per cento del totale. Sono più piccole di dimensioni, più giovani, più presenti nel Mezzogiorno e nel Centro Italia. Se risultano meno digitalizzate, vantano però una maggiore responsabilità sociale, sono più orientate al rispetto dell’ambiente, più attente ad adottare beni e servizi a favore del benessere dei dipendenti. Il maggior ostacolo resta il ricorso al credito bancario.
Da questa constatazione, ecco l’iniziativa del Ministero, con 40 milioni stanziati dalla legge di bilancio nel 2021, cui sono stati aggiunti 160 milioni dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). È la prima volta che viene destinato un tale importo a favore delle imprese al femminile. I contributi saranno dati in parte a fondo perduto e in parte come finanziamenti da restituire. Il laboratorio, affidato ad esperti di Ethic Solution, che da anni affianca la società che gestisce il Polo in numerosi progetti formativi, ha offerto gli strumenti (e i necessari linguaggi) per aiutare le donne imprenditrici e quelle che dispongono di un progetto a presentare una valida documentazione al Ministero per ottenere le necessarie risorse.