Fratel Charles-Marie è un monaco della Fraternità di Gerusalemme. È arrivato nella cittadella ad ottobre del 2021, per un periodo di formazione in arte sacra presso il Centro Ave Arte. Così ha scoperto Loppiano e la scuola per religiosi Claritas.
Ha l’aria di un antico mastro, con il grembiule blu sporco di vernice e la sua barba filata di bianco, incapace di trattenere un sorriso di quelli accoglienti. È a suo agio, Charles-Marie, immerso tra stucchi, tasselli di mosaico colorati, polveri, fogli di foglia oro, letteralmente circondato dal suo attuale lavoro: un grande pannello che rappresenta l’apparizione dell’angelo in sogno a San Giuseppe.
Ha 45 anni, è francese, è un monaco della Fraternità di Gerusalemme, nonché un artista pittore di icone. «Mi piacciono molto le icone – spiega –, perché non è solo un lavoro manuale ma una preghiera, un cammino interiore. Però, ho sempre cercato qualcosa di più “aperto”, meno regolato. Quando ho scoperto l’esistenza del Centro Ave Arte, ho trovato le sue opere rispettose della tradizione, profonde, e capaci di parlare al mondo e agli uomini di oggi».
Mentre continua ad incastrare anche fisicamente i tasselli del mosaico, Charles-Marie ci rivela che, negli ultimi dieci anni, ha messo da parte l’arte per seguire i novizi del monastero di Strasburgo.
Così, pensando alla sua città, gli viene naturale spiegarci il particolare rapporto che lega la sua Fraternità ai centri urbani. «Nella tradizione monastica, la città è vista negativamente, come un luogo di distrazione, tentazione, rumore. Una Babilonia, insomma. L’intuizione del nostro fondatore è vedere la città come un luogo dove abita Dio stesso, dove è possibile vivere in contemplazione. Perché Dio, per primo, vive nel mondo, nelle città, con l’umanità».
Ora, tornando al suo percorso, spiega che la sua comunità gli ha fatto un dono: un anno di formazione in arte sacra presso il Centro Ave Arte. Sono stati i suoi confratelli di Firenze, della Badia Fiorentina, a suggerirgli di visitare il sito delle artiste di Loppiano. Ricorda: «Mi è piaciuto molto! Allora, abbiamo domandato se sarebbe stato possibile fare esperienza qui. Così, sto imparando nuove tecniche, uso materie che vedo per la prima volta! Di questo lavoro mi piace anche il fatto che è molto “aperto”. Siamo al servizio della Chiesa. Il Centro Ave ha un suo stile ma non è rigido. Si adatta ai desideri delle comunità o delle parrocchie committenti. Siamo in continuo dialogo con loro. Mi sembra che questo è un servizio all’unità attraverso la bellezza dell’arte».
Stando qui, a Loppiano, Charles-Marie ha anche scoperto l’esistenza del Centro di spiritualità per religiosi “Claritas”, e ha deciso di farne l’esperienza: «In genere, un religioso, arriva nella cittadella per la Claritas. Io ho fatto un percorso diverso, ho scoperto la Claritas grazie al Centro Ave. Qui, vivo con un minore, un conventuale e un cappuccino francescani, un benedettino e un giuseppino. Condividiamo i nostri carismi, le nostre esperienze. Preghiamo insieme. È molto bello».
Viene da pensare, alla fine di questa chiacchierata, se non sia difficile, così in piena campagna, vivere lo spirito “cittadino” della sua Fraternità… Charles-Marie non è d’accordo: «Per la nostra comunità, l’importante è l’umanità che è nella città. Ogni città, oggi, è un piccolo mondo a sé. E questa umanità io la ritrovo anche in questa piccola città, nel mondo di Loppiano».