Audrey e Miriam, due giovani al termine della loro esperienza nella cittadella, ci raccontano le scoperte che hanno fatto nell’ambito lavorativo. Vi proponiamo queste storie che sono il valore aggiunto dei prodotti Made in Loppiano.
Ogni anno, nella cittadella, arriva un centinaio di giovani per partecipare alle varie “scuole” che hanno qui la loro sede. Ricevono una formazione a 360° e sviluppano le conoscenze di varie materie. Potendo vivere insieme, poi, allargano la dimensione del loro cuore e la capacità di accogliersi reciprocamente, mentre nel lavoro trasformano i loro talenti in qualcosa di concreto.
Il lavoro è lo spazio in cui Loppiano permette ai giovani di scatenare la creatività e materializzare i loro doni più preziosi. Proprio per questo motivo tutti i prodotti che sono “Made in Loppiano” hanno un valore aggiunto: sono frutto di un’esperienza comunitaria, sia di vita che lavorativa.
Luglio è il mese degli addii. Incontriamo Audrey e Miriam, due giovani che stanno concludendo il loro percorso formativo. Tutte e due hanno fatto l’esperienza di lavorare a Loppiano in vari ambiti, soprattutto quello della comunicazione.
Audrey, 25 anni, canadese con radici ruandesi. È arrivata a Loppiano nel gennaio del 2021: “Volevo aprirmi agli altri e conoscere più in profondità la spiritualità dell’unità”. Le prime settimane non sono state facili: il ritmo frenetico della giornata, la quantità e varietà delle persone attorno e la mancanza di tempo per sé non corrispondevano alle aspettative con le quali Audrey è venuta a Loppiano. Lei stessa ci racconta: “Ad un certo punto mi sono abituata al ritmo. Ho lasciato da parte le mie aspettative. Da quel momento mi sono sentita più leggera”.
Con questa leggerezza ha potuto fare due esperienze di lavoro che l’hanno aiutata a scoprire due elementi essenziali nella vita lavorativa: la sinergia dell’attività fatta in squadra e il coraggio di esplorare campi sconosciuti.
Lei stessa dice: “Il lavoro a Conto Terzi consiste soprattutto nel fare la stessa cosa per 4 ore al giorno. Quindi non è sempre semplice. Quello che ho capito è che la parte di ciascuno è importante. Lavorare a catena è saper fare molto bene un piccolissimo pezzo del proprio lavoro essendo consapevole che dalla perfezione di quel piccolo pezzo dipendono la perfezione e la qualità del lavoro più grande. Senza questi piccoli pezzi il cliente non può godere dell’ottima qualità del lavoro che facciamo per lui”.
Negli ultimi tre mesi, Audrey ha lavorato nella squadra della comunicazione del sito Made in Loppiano ed è stata l’esperienza che le ha permesso di scoprirsi: “Ho scoperto la mia creatività, ho scoperto che le cose che mi piaceva fare nel mio tempo libero le posso fare anche al lavoro”. Aggiunge: “Mi sono trovata a fare cose per la prima volta nella mia vita. Spesso mi domandavo: come è possibile che mi è stato affidato un compito che non ho mai svolto prima?”. Si trattava, ad esempio, di preparare i video di promozione o presentazione dei prodotti, dar forma ai contenuti trasmessi sui social media di Made in Loppiano, ecc. “Ma quello che mi ha aiutato ad avere più fiducia in me stessa era la fiducia che gli altri avevano in me. Così, confrontandomi, facendo le mie ricerche, ho scoperto molte cose di cui non avevo la minima idea. Ma soprattutto ho scoperto che il mondo dei social media è un mondo che vorrei esplorare nel mio futuro, perché permette di trasmettere i valori in cui credo in modo intelligente e creativo”.
Miriam, 25 anni, italiana. A Loppiano è arrivata ad ottobre 2020, quindi poco dopo l’inizio della seconda ondata del COVID 19. Ha deciso di venire a Loppiano perché ha voluto imparare a “confrontarsi con la diversità”. Proprio questo ha fatto sì che alla fine del percorso formativo Miriam dica: “A Loppiano ho fatto varie esperienze che mi hanno aiutato a prendere un po’ di coraggio per poter uscire fuori di me. Anche dal punto di vista lavorativo, Loppiano mi ha permesso di scoprire alcuni dei miei talenti che non conoscevo prima”.
Miriam ha studiato grafic design e art direction. A Loppiano è stata coinvolta nella squadra della grafica di Fantasy e del sito Made in Loppiano. In più ha potuto esercitare il proprio talento del disegno, rifinendo i pezzi di legno prodotti da Azur. Ha avuto la possibilità di assistere alla creazione di uno degli spettacoli del Gen Rosso per il quale le è stata affidata l’animazione grafica. Nell’organizzazione dell’evento del Primo Maggio, invece, faceva parte di un team che preparava e sviluppava artisticamente i contenuti della comunicazione.
Quello che, però, Miriam apprezza tanto nella sua esperienza lavorativa è “la fiducia nei miei confronti. Avevo tanto spazio in cui potevo esercitare la mia creatività. Alcune delle proposte che ho fatto per la Fantasy funzionano tuttora!”.
Per finire, abbiamo chiesto ad Audrey e a Miriam cosa vorrebbero comunicare dopo l’esperienza fatta. Audrey ci ha risposto: “Le persone hanno bisogno di essere amate. Sembra banale. Ma non è scontato il voler prendersi cura delle fragilità degli altri”. Miriam aggiunge: “La fraternità a Loppiano non è utopistica. Richiede sforzo, richiede impegno, ma non è impossibile. La si può vivere anche altrove”.