I gen e le gen – giovani che fanno parte del Movimento dei Focolari – che hanno fatto quest’anno l’esperienza della Scuola gen di Loppiano, hanno festeggiato ufficialmente, sabato 20 giugno scorso, con una speciale cerimonia, la conclusione del loro periodo formativo. Oltre all’ormai tradizionale lancio del tocco, l’Auditorium ha ospitato un momento forte, di scambio di esperienze, il racconto di questi dieci mesi vissuti come una vera famiglia, che neanche l’isolamento richiesto dalla pandemia ha potuto mettere in crisi. Ospitiamo qui, alcune di queste testimonianze.
Arjae
Arjae viene dalla Tailandia e si racconta così: «La mia famiglia è buddista dai tempi dei nostri antenati. Con il tempo, però, io ho deciso di diventare cattolica. È stato un periodo molto difficile perché in cuore avevo paura. Pensavo a come creare un mondo unito, ammiravo quello che Chiara diceva sempre “che tutti siano uno”, ma non potevo capirlo chiaramente perché non sapevo ancora come farlo. Prima di arrivare qui non sapevo niente della scuola gen. Ma l’esperienza che ho vissuto mi ha fatto capire chiaramente questa frase: come essere con gli altri, come trascorrere la mia vita con gli altri e come capirci a vicenda». Molto forte anche l’esperienza formativa vissuta nella cittadella: «Sono così felice di dire grazie ai focolarini e ad ogni persona qui a Loppiano, perché tutti mi hanno aiutato a formarmi per essere una persona nuova, insegnandomi come amare, come capire e come essere paziente. Mi piace ascoltare le esperienze di vita degli altri perché posso davvero capire come applicarle anche nella mia vita». E poi, ci regala una perla di saggezza valida per tutti, da vivere nel “dopo” Loppiano: «Una vita in salute non include solo l’aspetto fisico, ma anche mentale e spirituale, con l’amore di Dio nel nostro cuore. Così, siamo capaci di dare agli altri questo regalo prezioso che è nel nostro cuore. Una volta il mio bisnonno mi ha insegnato che “ognuno di noi è un diamante, non importa dove sei, tu sarai sempre preziosa per gli altri, ma anche preziosa per te stessa”».
George
Abbiamo chiesto a George, che è originario del Libano, quale sia il suo ricordo più bello dell’esperienza alla scuola gen di Loppiano… lui ci ha risposto con un lungo elenco di avvenimenti, a partire dal suo primo giorno: «Sono arrivato il 12 ottobre 2019, subito dopo aver finito l’università. Lavorare insieme agli altri gen per l’evento di Chiara Luce, è stata la mia opportunità per conoscere facilmente gli altri e i loro talenti. È stata la prima volta che ho ballato davanti a un pubblico!».
Poi, c’è stato il viaggio a Roma, con la visita a casa di Chiara Lubich, al Centro del Movimento dei Focolari, al Centro dei Gen 2 e Giovani per un mondo unito: «Per dividerci le responsabilità e i compiti, ci siamo distinti in 7 gruppi, uno per ogni colore dell’arcobaleno. Ho scelto il colore verde. La cosa stranissima per me è stata il dover lavorare senza sapere quello che facevano gli altri colori, avendo fiducia, confidando che quello che loro facevano era per creare l’armonia». E poi, è arrivato dicembre: «L’ultima settimana dell’anno, per me è stata bellissima, con la celebrazione del Natale e del Capodanno. È stato il primo Natale che ho celebrato senza i miei genitori e mio fratello, però, la vista di tutta Loppiano che pranzava insieme mi ha dato il senso di appartenere a una famiglia. E per il Capodanno, alcuni hanno preparato una danza, altri hanno cantato e ballato, altri hanno fatto un numero buffo. E poi ci siamo incontrati per festeggiare gli ultimi momenti dell’anno insieme».
Poi, ancora è venuto il tempo del Congresso Gen 2 a Trento, in occasione del centenario di Chiara Lubich, con la bellissima mostra a lei dedicata: «Il vedere in successione tutto quello che è accaduto prima della mia nascita mi ha impressionato molto. Ho potuto vedere dove e come la nostra vita ha avuto inizio».
Poi, è arrivato il Coronavirus, con il lockdown: «Siamo rimasti a casa facendo quello che potevamo: pregavamo e speravamo che tutto sarebbe andato bene, il più presto possibile. Le relazioni fuori dalla nostra casa si sono interrotte e abbiamo iniziato ad avere nostalgia di tutti i contatti di prima. Oggi, grazie Dio, la situazione sta migliorando e sento che ognuno di questi 20 gen è parte della mia famiglia».
Anche George ha la sua perla da donare prima di partire: «Un po’ prima di mezzanotte, qualche giorno fa, stavo ritornando a casa dopo aver fatto un lavoro assieme ad altri gen, e ho capito quanto ogni secondo sia prezioso, soprattutto quanto prezioso sia il momento presente che stiamo vivendo ora, insieme, qui, in questo posto che io chiamo Paradiso».
Elisa
«Veramente questo è un Paradiso! E incontrare un amico è incontrare un amore che dà luce e conforto – così, Elisa, italiana, introduce la sua esperienza della scuola gen di Loppiano – 10 mesi fa ci siamo incontrati. Abbiamo lasciato le valigie qui con l’obiettivo di partecipare alla Scuola Gen 2 che Chiara Lubich ha pensato per la formazione dei giovani leaders del Movimento Gen e per l’approfondimento di questa nostra vocazione. Scuola gen 2019/2020: 54 giovani da 30 nazioni che vivono lo stesso ideale, ma allo stesso tempo che hanno vite molto diverse. Questa diversità che apparentemente divide è stato il motivo più forte per creare unione fra noi». Ma altre sorprese attendevano i neoarrivati: «Ben presto abbiamo scoperto che questa scuola è, in realtà, un incontro con tutte le realtà del Movimento dei Focolari e da subito abbiamo capito che non avremmo potuto vivere questa esperienza senza viverla insieme a tutti qui, di Loppiano. Durante questi dieci mesi abbiamo sperimentato la presenza di Gesù in Mezzo a noi, abbiamo abbracciato il dolore di Gesù Abbandonato e abbiamo fatto spazio a Gesù Maestro, perché solo Lui può farci entrare realmente nella bellezza della vita Gen».
Anche Elisa non può non parlare dell’esperienza della quarantena: «Tutto si è fermato, tutti i programmi, i viaggi e gli eventi sono stati cancellati: il primo maggio a Loppiano, il sogno di visitare Loreto e di vedere il Papa. Lontano dagli occhi delle nostre famiglie, sono nati sentimenti di preoccupazione, paura e tristezza, che si sono intrecciati con il desiderio forte di tornare a casa, per molti di noi. Ma nei vostri occhi bruciava il fuoco della speranza e soprattutto dell’Amore, quello di chi è pronto a dare la vita per gli altri. Questo periodo ci ha fatto capire che il momento più importante della nostra vita è il momento presente. Abbiamo capito che amando Gesù Abbandonato senza pensarci troppo, riceviamo il centuplo. Gesù, infatti, ci ha resi capaci di trovare la felicità nelle cose semplici di ogni giorno e ci ha donato creatività nell’amore. Grazie a questo momento, abbiamo capito tutti che Gesù ci ha offerto l’opportunità di incontrarLo, d’amarLo e di trascorrere questo periodo di pandemia con Lui in mezzo a noi».
E conclude, non senza commozione: «Perché in realtà, dal giorno in cui abbiamo messo piede a Loppiano, abbiamo iniziato a essere una famiglia unita nel seno del Padre. Loppiano ci ha segnato nel profondo e adesso è già ora di rifare le valigie e tornare nei nostri paesi, alle nostre realtà così diverse e piene di sfide. E quando il cielo sembrerà crollarci addosso, siamo certi di rincontrarci tutti nell’Eucaristia, perché Gesù che è nel Tabernacolo in realtà è vivo dentro di noi. Grazie focolarini e focolarine, grazie sacerdoti, grazie religiosi e religiose, grazie volontari e volontarie, grazie ai giovani, alle famiglie e a tutti voi che avete incrociato il nostro cammino, grazie Loppiano!».