Incontro ebraico-cristiano per promuovere la speranza

14 Feb 2025 | Dialogo, Notizie, Vita

Dense e coraggiose le parole del rabbino Joseph Levi e della prof.ssa Gioietta Casella sul tema della pace e del pellegrinaggio nel contesto di episodi di antisemitismo e islamofobia.

«Torno sempre con grande piacere qui a Loppiano per dialogare. Ogni volta trovo fiducia e ascolto», ha esordito Rav Joseph Levi, già rabbino capo della comunità ebraica di Firenze e conosciuto a livello nazionale. L’occasione è data dalla 36.ma edizione della Giornata per il dialogo tra cattolici ed ebrei, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, ma che si svolge in tante parti del mondo. L’appuntamento consueto è il 17 gennaio, prima della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ma è stato posticipato al 6 febbraio dalla diocesi di Fiesole, che ha scelto la cittadella per tenere la celebrazione. Il titolo era quanto mai di attualità – “Pellegrini di speranza” –, a motivo dei tragici eventi bellici, ed è in perfetta sintonia con il tema del Giubileo. Ad introdurre e moderare con efficacia la serata, l’esperto di dialogo interreligioso, Roberto Catalano, docente all’Istituto universitario Sophia, che ha fatto presente «la recrudescenza di antisemitismo e anche di islamofobia».

«Quest’incontro – esordisce Gioietta Casella, docente presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale, a Firenze – ci aiuta a vivere momenti preziosi per conoscerci, apprezzarci e condividere gioie e dolori. Impariamo così a camminare insieme nell’esperienza del dialogo e ad impegnarci sempre più a costruire la cultura del dialogo». Ed aggiunge: «Pellegrini di speranza significa essere pellegrini tra il “già” e il “non ancora”. Possiamo cadere ma non restare caduti. Ed è possibile se siamo insieme. La nostra finitudine è superata dall’essere uniti nella fraternità». Il rabbino Levi si domanda: «Cosa evoca la parola pellegrinaggio nell’immaginario ebraico? Dio conduce il popolo verso una terra che darà frutti, verso Gerusalemme, verso il Tempio, portando le primizie in un incontro celebrativo. Adesso viviamo una tensione tra la nostalgia antica del mondo ebraico e il vivere in un mondo non completo, per il quale impegnarsi a realizzare le promessi divine».

Riprende la prof.ssa Casella: «Ha senso parlare di speranza? Non possiamo dimenticare che la speranza non è un bene individuale, ma di popolo. Per questo, dialoghiamo». Rav Levi fa una proposta: «Occorre rinnovare in modo serio e responsabile il dialogo tra credenti e laici. Dobbiamo fare i conti con la storia della nostra cultura religiosa e di quella laica dalla Rivoluzione francese ad oggi». Torna ad apprezzare, infine, la validità della serata: «Il dialogo va rafforzato, moltiplicando anche le occasioni d’incontro come questa iniziativa». Il prof. Catalano invita il vescovo di Fiesole, mons. Stefano Manetti, per una parola conclusiva. «I pellegrini di speranza siamo tutti noi, tutti l’umanità. E stasera abbiamo sperimentato che il dialogo ha bisogno dell’ascolto, di saper ascoltare. Allo stesso modo, il dialogo di una comunità in cammino necessità della capacità di aspettarsi, della disponibilità ad adattarsi al passo degli altri. Stasera abbiamo visto che è sostanziato di speranza il dialogo vissuto tra noi».

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