Zamagni e mons. Manetti: «C’è bisogno di più cattolici in politica»

10 Mag 2024 | Dialogo, Notizie, Spiritualità

Incontro diocesano il 21 aprile scorso a Loppiano, quale tappa verso la 50.ma edizione della Settimana Sociale dei cattolici in Italia, che si svolgerà a Trieste (3-7 luglio 2024) sul tema “Al cuore della democrazia”.

«I cattolici – ha posto subito in evidenza il prof. Stefano Zamagnihanno lasciato la dimensione politica per impegnarsi nel sociale e nel culturale. Ambiti importantissimi, ma non sostituiscono la politica, che, sola, ha lo scopo di realizzare il bene comune». Il noto economista ha espresso un tale giudizio nel corso della sua relazione, tenuta nella tappa della diocesi di Fiesole sul cammino di riflessione verso la 50.ma edizione della Settimana Sociale dei cattolici in Italia, che si svolgerà a Trieste dal 3 al 7 luglio prossimi. A lui era stato affidato il tema “Al cuore della democrazia”, che costituisce il titolo stesso dell’appuntamento triestino, e il centinaio di partecipanti, presenti all’Auditorium di Loppiano lo scorso 21 aprile, non è rimasto deluso.

Zamagni ha citato il teologo francese De Lubac (Il cristiano che non si interessa di politica non è fedele al Vangelo) e non teme la crisi attuale della democrazia. «Ogni crisi è segno di vitalità e di evoluzione. Così anche per la democrazia, al cui progresso i cattolici devono però partecipare, quali portatori di una visione sulla persona e sulla società». Ha indicato perciò tre principi su cui basare l’agire verso la politica e nella politica: «Universalismo, che è l’opposto del sovranismo. Verità, da preservare non solo dalle notizie false, ma anche dalle verità false messe, ad arte, in circolazione. Libertà, infine, minacciata dal singolarismo, poggiato sullo slogan “Io sono quel che voglio”». E ha commentato: «Il mancato rispetto di questi principi sta incrementando in modo sistemico ed endemico le disuguaglianze».

All’economista ha fatto eco il vescovo mons. Manetti. «In questo tempo particolarmente travagliato, è ancora più importante la partecipazione dei cattolici alla vita pubblica». Qualche segnale positivo non manca. «Sembra maturino tempi per una nuova partecipazione, come evidenzia il cammino sinodale di tutto il popolo di Dio verso una nuova presenza nella Chiesa e nella società». Per il vescovo, i cattolici possono offrire un contributo alla luce di un vissuto personale e comunitario, che possiede tre qualità: «Consuetudine all’ascolto, che restituisce tutto il valore della persona. Attitudine al servizio, per far crescere il bene comune. Amore verso gli ultimi, gli emarginati, quale grande carta che abbiamo da portare in ogni organismo di partecipazione».

Certamente, l’appuntamento della Settimana Sociale può risultare un importante punto di approdo e di ripartenza. Ne è convinto il prof. Sebastiano Nerozzi, docente di Storia del pensiero economico dell’Università Cattolica di Milano, collegato in videoconferenza, e segretario del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana Sociale di Trieste. «Si sta facendo – ha spiegato – un cammino di coinvolgimento e di riflessione, perché occorre riprendere un maggiore senso di responsabilità come cattolici nella vita civile e pubblica». «Cresce la partecipazione nei territori e la Settimana Sociale può diventare un acceleratore di partecipazione» e ha invitato a Trieste e suggerito di rileggere l’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco.

Efficace l’analisi della prof.ssa Daniela Ropelato, docente di Scienza politica all’Istituto universitario Sophia: «La partecipazione è una delle principali dimensioni democratiche. È uno degli indicatori più importanti della qualità delle nostre democrazie, al punto che si sta prospettando un vero e proprio cambio di paradigma». Ha poi proposto ai presenti un esercizio di partecipazione, dividendoli in piccoli gruppi per dialogare su tempi, ambiti e metodologie di partecipazione a livello locale. «Sono emersi spunti significativi ed espressioni della ricchezza dei vari territori della diocesi, degni di nota, da consegnare alla raccolta di contributi in vista di Trieste», ha commentato la docente.

Infine, si sono presentati i tre giovani adulti delegati della diocesi a Trieste. Laura Di Francesco, Daniele Valoriani e Lorenzo Dallai hanno ringraziato per la qualità dei contenuti, «che costituiranno un contributo consegnare con responsabilità ecclesiale», dando appuntamento a dopo l’estate per riferire dell’esperienza della Settimana triestina.

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