Nella Messa del 1° gennaio, gli abitanti di Loppiano e gli ospiti hanno pregato la Madonna per la pace su tutte le terre insanguinate. Un omaggio floreale e il dono delle suore di Santa Maria degli Angeli, presso Assisi. «La Madre con il Bambino segna una nuova creazione», ha detto papa Francesco nell’omelia in San Pietro.
Un omaggio floreale viene portato in processione dai sacerdoti celebranti e posto sotto l’icòna di Maria Theotokos (Madre di Dio), quadro dipinto da un pittore indiano di religione indù e benedetto da San Giovanni Paolo II. La celebrazione della Messa del 1° gennaio a Loppiano è appena terminata. «Benedici tutti noi, o Madre Santa, perché siamo fedeli al Vangelo del tuo Figlio, attenti alla voce interiore dello Spirito, veri figli di Dio nell’amore fraterno e nella speranza della vita eterna». Don Giampietro Baldo, il celebrante principale, conclude così la lettura della preghiera scritta a suo tempo da mons. Mario Meini, vescovo emerito di Fiesole. Tra i doni dell’offertorio, è stato portato all’altare un segno speciale. Si tratta di un frammento della chiesetta della Porziuncola, situata all’interno della basilica di Santa Maria degli Angeli, presso Assisi. Il frammento è stato donato dalle suore di Santa Maria degli Angeli.
Il primo giorno dell’anno è dedicato dalla Chiesa cattolica a Maria, sotto il titolo di “Madre di Dio”. Tale verità di fede (dogma) venne definita l’11 ottobre 431, durante il Concilio di Efeso. In quell’assise, infatti, venne affermata la natura umana e divina dell’unica persona del Verbo in Gesù Cristo e, quindi, fu dichiarata anche la maternità divina di Maria. Festa solenne, pertanto, nella cittadella, il cui santuario è legato da speciale vincolo di affinità con la basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, quale primo tempio in Occidente dedicato alla Madre di Dio.
«La Madre con il Bambino segna una nuova creazione. Al principio del tempo della salvezza c’è dunque la Santa Madre di Dio», ha evidenziato papa Francesco durante l’omelia della Messa del 1° gennaio 2024. «Le parole “Madre di Dio” esprimono infatti – ha proseguito il pontefice – la gioiosa certezza che il Signore, tenero Bimbo in braccio alla mamma, si è unito per sempre alla nostra umanità, al punto che essa non è più solo nostra, ma sua». Tanto da dire: «Madre di Dio: poche parole per confessare l’alleanza eterna del Signore con noi. Madre di Dio: è un dogma di fede, ma è pure un “dogma di speranza”: Dio nell’uomo e l’uomo in Dio, per sempre».
Francesco ha sottolineato che «accogliere nella propria vita la Madre non è una scelta di devozione, ma è un’esigenza di fede: “Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani” (S. Paolo VI, Omelia a Cagliari, 24 aprile 1970), cioè figli di Maria». E ancora: «Di Maria la Chiesa ha bisogno per riscoprire il proprio volto femminile: per assomigliare maggiormente a lei che, donna, Vergine e Madre, ne rappresenta il modello e la figura perfetta; per fare spazio alle donne ed essere generativa attraverso una pastorale fatta di cura e di sollecitudine, di pazienza e di coraggio materno. Ma anche il mondo ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per trovare la pace, per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono».
Infine, «I nostri tempi, vuoti di pace, hanno bisogno di una Madre che ricompatti la famiglia umana. Guardiamo a Maria per diventare costruttori di unità, e facciamolo con la sua creatività di Madre, che si prende cura dei figli: li raduna e li consola, ne ascolta le pene e ne asciuga le lacrime». E conclude con un augurio per il 2024: «Sia quest’anno colmo della tenerezza materna di Maria, la Santa Madre di Dio».