Stanno arrivando a Loppiano circa trenta giovani di 16 Paesi, che prenderanno parte alla “Scuola Gen” per la formazione dei giovani del Movimento dei Focolari. Scopriamo l’esperienza che fanno con Karlita Emperatriz Villabos Hernandez, salvadoregna, che ha partecipato alla Scuola 2022-2023.
«A Loppiano, ho scoperto che ci sono tante persone che vogliono lavorare perché il mondo possa essere più unito e fraterno» racconta ancora entusiasta Karlita, ventiquattrenne di El Salvador, che ha vissuto nella cittadella circa dieci mesi, fino a giugno 2023, frequentando la Scuola Gen per la formazione dei giovani del Movimento dei Focolari.
Oggi, dalla sua casa nella città di San Miguel, ricorda: «A Loppiano, ho conosciuto tante persone e ho visto come, nei loro Paesi, lavorano, con piccole o grandi iniziative, per accogliere gli altri, per amare concretamente chi hanno accanto. E questo mi ha colpito! Siamo diversi ma uniti in questo desiderio di vivere la fraternità, accettando l’altro così come è!».
L’avventura di Karlita è partita diversi mesi prima, ascoltando i racconti di alcune ragazze di San Miguel che avevano partecipato alla Scuola Gen negli anni precedenti.
«A dicembre 2021, mi sono laureata e ho pensato che quello fosse il momento giusto per andarci. Ma ho dovuto aspettare perché la Scuola cominciava soltanto nel settembre successivo». Così, comincia a lavorare nel settore amministrativo di un’università. Tuttavia, il desiderio di partire cresce sempre più. «Stavo vivendo un momento di dubbio: non sentivo Dio accanto a me. Speravo tante cose: che la Scuola Gen mi aiutasse a ritrovare e a rafforzare il rapporto con Lui; incontrare altri ragazzi e ragazze che, come me, vogliono vivere per diffondere la fraternità universale; conoscermi di più, scoprendo come posso impegnarmi con la mia professione di comunicatrice».
Due settimane prima di partire, Karlita lascia il lavoro, ma non è pentita: «Oggi, ringrazio i miei compagni di avventura per avermi insegnato che ogni persona è importante, che ogni opinione conta, che nessun problema è piccolo. A Loppiano ho capito che Dio mi ama immensamente, perché ho sentito il suo amore in ogni persona che ho incontrato nella cittadella. Mi sono sentita veramente a casa, perché per me essere a casa significa sentirmi sicura e in pace. E lì ho potuto sperimentarlo».
Riambientarsi, dopo diversi mesi fuori dal proprio Paese, vissuti in un contesto così particolare, “protetto” si direbbe, non deve essere facile. «Quando sono tornata a casa, vedere i miei genitori, mia sorella, risentire le temperature calde della mia terra è stato bellissimo! Certo, – ammette – devo decidere se rimettermi a studiare o cercare un lavoro. Delle volte mi viene da pensare di essere rimasta indietro, rispetto ai miei amici. Sento la fatica ma è normale: io ho vissuto altre realtà! Ognuno cammina sulla sua strada. Io sto vivendo un altro tempo!». E aggiunge: «Ora che sono qui, devo mettere in pratica, con le gen e i gen della mia città, quello che ho imparato nella cittadella. Penso che l’aver fatto questa scuola di vita aiuti a cercare di vivere un passo alla volta per la fraternità, vedendo Gesù nell’altro, ricordandomi che se l’ho fatto lì, lo posso fare anche qui!».