Cura del creato e sviluppo, Rondinara: «Non basta essere custodi della natura»

14 Lug 2023 | Ecologia, Notizie, Vita

Alla due giorni della Cooperativa Loppiano Prima, il prof. Sergio Rondinara, docente all’Istituto universitario Sophia, è intervenuto per offrire un approccio originale al rapporto con il pianeta. «Siamo chiamati ad essere attivi nel far diventare più bello l’ambiente».

«Non basta dichiarare oggi: “Sono un custode della natura”. È una bella affermazione, ma resta un programma insufficiente. Siamo chiamati a far diventare più bella la natura. Quindi, non semplicemente custodi, ma accompagnatori verso i cieli nuovi e la terra nuova. Dobbiamo essere attivi in questo». Sergio Rondinara, docente di Epistemologia presso l’Istituto universitario Sophia, aggiunge a braccio considerazioni di tutto rispetto al termine della relazione presentata nell’ambito della tematica sulla cura del creato. Argomento centrale, questo, nella riflessione della due giorni (27-28 maggio scorsi) in cui la Cooperativa Loppiano Prima ha festeggiato il 50.mo dalla costituzione.

«C’è bisogno – ha proseguito Rondinara – che si sviluppi tutta una sensibilità nuova, più profonda, nei confronti dell’ambiente per affrontare il tema ecologico in maniera integrale». Si tratta di ripartire dalla concezione del lavoro. «Anche se sta diventando sempre più una realtà virtuale, il lavoro – nel suo carattere più essenziale – è la manipolazione della materia, del creato». «Come lo svolgiamo? Con la presenza continua di Dio davanti a noi. Presenza che possiamo cogliere nella misura in cui Dio è in noi e tra noi».

Il prof. Rondinara non aveva fatto mistero del suo approccio al creato. Il titolo del suo intervento – “La presenza di Dio sotto le cose” – non lasciava adito a dubbi e si rifaceva all’esperienza vissuta da Chiara Lubich nei confronti della natura nelle estati del 1948 e 1949. Raccontava la fondatrice dei Focolari: «Avevo l’impressione di percepire, forse per una grazia speciale di Dio, la presenza di Dio sotto le cose. Per cui, se i pini erano indorati dal sole, se i ruscelli cadevano nelle loro cascatelle luccicando, se le margherite e gli altri fiori ed il cielo erano in festa per l’estate, più forte era la visione d’un sole che stava sotto a tutto il creato. Vedevo, in certo modo, credo, Dio che sostiene, che regge le cose».

Un’esperienza del tutto particolare, che la Lubich commentava: «Dio sotto le cose faceva sì che esse non fossero così come noi le vediamo; erano tutte collegate fra loro dall’amore, tutte – per così dire – l’una dell’altra innamorate». Cosa voleva dire? «Per cui se il ruscello finiva nel lago era per amore. Se un pino s’ergeva accanto ad un altro pino era per amore». E ne ricavava che «la visione di Dio sotto le cose, che dava unità al creato, era più forte delle cose stesse; l’unità del tutto era più forte che la distinzione delle cose fra loro».

Per il prof. Rondinara, la fondatrice dei Focolari «sperimenta che è possibile scorgere nella natura, tra le pieghe della materia, una presenza nascosta dello stesso Dio-Amore che abitava in lei e viveva tra le persone della comunità». Dunque, Dio non ha creato il cosmo e poi l’ha abbandonato al suo destino come altro da Sé. «Dio – ha proseguito il docente di Sophia – non è assente dalla creazione, non è totalmente fuori dalla natura, dal nostro universo. È, invece, presente “sotto” le cose, mantiene le particelle fondamentali che formano ogni corpo materiale nell’essere affinché l’universo evolva secondo la propria relazionalità interna e proceda, passo dopo passo, verso l’attuazione di quel progetto d’amore sulla creazione che, iniziato dall’amore trinitario, ad esso farà ritorno».

Secondo Rondinara, «La consapevolezza, che Chiara Lubich ha, della presenza di Dio sotto le cose, di Dio che sostiene e regge le cose» poggia sull’aver «sperimentato la prosecuzione dell’azione creatrice di Dio, il suo conservare la natura nell’essere. Al punto da farci capire che dove c’è il creato lì c’è anche Dio, distinto di fatto nel suo essere, ma presente fin nel più intimo dell’essere creaturale». Che sbalorditiva novità! Per cui, va presa coscienza che è permanente l’azione creatrice di Dio, che Dio continua a creare e l’umanità è chiamata non solo a custodire il creato, ma attraverso il lavoro a renderlo più bello.

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