29-30 aprile: il cammino dall’io, al tu, fino al noi!

1 Mag 2023 | Notizie, Primo maggio, Vita

200 giovani prenotati e motivati per un’esperienza di immersione nella Mariapoli e di riflessione sui grandi temi di attualità personali e collettivi attraverso una serie di laboratori.

«La famiglia, l’amicizia, la comunità, una professione a servizio degli altri, ricerca di grandi ideali». Ecco i desideri del loro progetto di futuro. E proprio per questo sono attraversati da domande di fondo: «Sono all’altezza del futuro che mi aspetta?», «Sono circondato da persone di cui mi posso fidare?», «Cosa mi realizza pienamente?», «Come saper scegliere nella complessità di oggi?». «Qual è il senso autentico della libertà?». Non sono giovani con un’esistenza da divano, un po’ svagata, un po’ anestetizzata, questi 200 ragazzi venuti a Loppiano da tante parti d’Italia per vivere tutti e tre i giorni del 1° Maggio.

Una bella gioventù, che si è prenotata con la chiara intenzione di scommettere sulla proposta di Loppiano. Sarà forse una risposta al desiderio di andare sul posto e incontrare coetanei dopo il deserto del Covid-19. Certo è che questi giovani sono arrivati con l’esigenza di cercare, di domandare e, ancora più coraggiosamente, di domandare a sé stessi. Il titolo dell’appuntamento (“Common ground. Me, You, Us.”) invitava ad un cammino, partendo da un “terreno comune” e procedendo dal proprio io, al tu, al noi. Il lancio da parte dei presentatori era stato chiaro: «Insieme vogliamo fare un percorso per riscoprire il valore di noi stessi, dell’altro, delle relazioni che ci legano e della nostra appartenenza a qualcosa di più grande». E ancora: «Cogliamo l’invito di Papa Francesco ad alzarci ed uscire verso gli altri per agire e migliorare il mondo»

 

 

Il pomeriggio di venerdì 29 è stato dedicato alla prima tappa, quella dell’Io. Nulla di accomodante, nessuna zona di conforto nella sfida proposta dal palco: «Conoscere noi stessi non è solo sapere cosa ci piace o riconoscere i nostri limiti. È coltivare i nostri talenti, è trasformare le ferite in speranza per noi stessi e gli altri. È prendere in mano la nostra vita e scegliere cosa ne vogliamo fare». I sei laboratori, tenuti da esperti, si sono rivelati un valido aiuto per gli approfondimenti su temi centrali: “Come crescere e definire la mia identità”, “Scoprire me stesso attraverso l’arte”, “Ben-essere integrale”, “Il coraggio di scegliere per essere felici”. “È possibile la conquista della libertà?”, “Dalla sessualità e i sentimenti, un viaggio al centro di me”.

Nelle riflessioni è stata ricordata una frase del 15enne beato Carlo Acutis. «Tutti nasciamo originali, ma molti muoiono da fotocopie». Una spinta alla seconda tappa, quella del Tu, iniziata la mattina del 30 aprile. Chi è l’altro, così simile e così diverso da me? Come può contribuire alla mia crescita?, L’altro: limite o opportunità per la mia felicità? I laboratori – “Libertà e scelte”, Chi è l’altro per me?”, “La sfida dell’interculturalità” – hanno coinvolto gli attivi partecipanti. La visita al Polo imprenditoriale Bonfanti ha permesso di conoscere l’Economia di Comunione, espressione della comunione dei beni materiali e della cultura del dare, e dove ha sede anche la Scuola di Economia civile. Edgar, dello Stato di Abcasia, e Giorgi, della Georgia, hanno portato la significativa esperienza di Rondine Cittadella della pace (Arezzo). Qui, giovani provenienti da Paesi in guerra compiono un percorso di formazione e di fiducia per costruire assieme un futuro senza conflitti armati.

Il tema del Noi è stato affrontato sotto diverse sfaccettature. Dal piccolo gruppo all’umanità intera, alla luce della fraternità universale. “Intercultura e scrittura creativa”, “Libertà e rapporti”, “Progetto Giovani per un mondo unito”, i titoli di alcuni laboratori, cui sono seguiti quelli con una particolare proiezione di impegno personale e collettivo sulle grandi sfide: “The Economy of Francesco”, con i giovani protagonisti del cambiamento economico voluto da Papa Francesco; “La crisi dell’eco-sistema”, provando a trasformare i sogni in proposte, azioni pubbliche, stimoli alle istituzioni in vista degli obbiettivi dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile e per rimettere in moto la responsabilità di ciascuno e di tutti davanti alla crisi ambientale; “Il nostro mondo digitale tra interconnessione e complessità”, con i nuovi interrogativi sulle tecnologie digitali, la frontiera dell’intelligenza artificiale e la condizione umana. In parallelo, il complesso Gen Rosso ha attivato un workshop sul canto e uno sulla danza.

Libertà, fraternità, autenticità, felicità, generosità. Queste le parole che si sono ricorse nei due giorni. Concetti che hanno trovato due testimoni credibili in Alberto Michelotti e Carlo Grisolia, due ventenni genovesi dei Focolari, particolarmente impegnati nel vivere il Vangelo. La loro vicenda è raccontata in modo artistico la sera del 29 aprile. Alberto muore cadendo in montagna nell’agosto 1980, Carlo si spegne 40 giorni dopo per una malattia rapida e crudele. Giuseppe, il fratello di Carlo, è presente e racconta qualche episodio. La fase diocesana del processo di beatificazione di entrambi (“Santi amici”) si è conclusa e tutti gli atti sono ora in Vaticano.

«Da sola non avrei mai riflettuto su queste tematiche», confida una ragazza al termine dei due giorni. «È stato importante riconoscere le ferite che ho dentro», confessa con candore un giovane. «Non avevo pensato così seriamente a riflettere sulle cose importanti della vita e a impegnarmi per gli altri», aggiunge un terzo. E siamo al 1° Maggio.

 

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