Una guaina impermeabile come copertura per scongiurare l’allagamento della Theotokos. Procede il lavoro di completamento del progetto di ricostruzione, mentre la mappa completa dei danni alla cittadella ne evidenzia l’entità.
Sembra un tetto bicolore davvero originale, se lo si osserva da lontano. Ma se ci si avvicina al santuario di Maria Theotokos, balza in evidenza che la parte in nero sulla metà di destra della copertura costituisce un gigantesco cerotto di oltre 400 metri quadrati sulla ferita prodotta dall’evento atmosferico del 18 agosto, che ha scoperchiato l’edificio. La guaina protettiva impermeabile sistemata sul tetto, pur provvisoria, è servita a mettere in sicurezza l’edificio e ad evitare che la pioggia allagasse l’interno dell’edificio e causasse ulteriori gravi danni. I numerosi acquazzoni che si sono susseguiti nelle ultime settimane hanno sollecitato la protezione, tanto che in alcuni punti si sono verificate infiltrazioni dentro la chiesa.
Nel frattempo, un’equipe di ingegneri e tecnici sta lavorando su più fronti, assieme all’Ufficio tecnico della cittadella. Si è arrivati così ad effettuare, il 28 settembre, un accurato sopralluogo nel santuario. Sono state verificate le caratteristiche della struttura esistente, alla luce delle attuali normative in vigore (norme nuove rispetto a quelle che hanno guidato la costruzione del tetto venti anni fa). In precedenza, erano state compiuti calcoli per quanto concerne le maggiori sollecitazioni del vento sull’edificio rispetto al passato.
Passi necessari, questi, per completare il lavoro di elaborazione del progetto del cosiddetto “pacchetto di copertura”, che garantirà un’assoluta robustezza del tetto per far fronte ad eventi meteorologici estremi, con fissaggi e ancoraggi adeguati all’accresciuta forza del vento, come emerso dallo studio dell’equipe. Il progetto prevede anche interventi per incrementare in misura considerevole l’isolamento termico, in modo da favorire anche il maggior risparmio energetico possibile.
Guardando alla cittadella nel suo complesso, la quantità e l’entità dei danni accertati sono davvero rilevanti. La mappatura appena completata fa vedere che ben poco è stato risparmiato dalla forza del vento, dall’intensità della pioggia, dalla distruttiva grandine, dagli effetti dei fulmini. Compromessi tanti tetti, da quelli dei capannoni dei laboratori a quelli delle tipiche casette di Loppiano.
Il parere del previsore metereologico
Ci vorrà del tempo per risanare le ferite dell’evento estremo del 18 agosto. «La sua eccezionalità era dovuta al fatto che non si trattava più di un singolo temporale ma di un sistema di più temporali, ampio un centinaio di chilometri quadrati, che si è iniziato a muovere velocemente tutto insieme dalla Corsica verso una stessa direzione, coinvolgendo la costa toscana e i territori interni, con venti anche superiori a 100-120 chilometri orari», ci spiega Tommaso Torrigiani Malaspina, ricercatore e previsore meteorologico del Consorzio LaMMa, laboratorio di monitoraggio ambientale fondato dalla Regione Toscana.
«Questo tipo di sistemi temporaleschi non sono tanto comuni sul Mediterraneo – chiarisce l’esperto –. Probabilmente sono stati possibili quest’anno per effetto di un’estate con temperature molto superiori a quelle tipiche del periodo. Questo ha consentito di accumulare molta più energia rispetto ad altri anni». E ancora: «Il Mediterraneo è una delle zone riconosciute come più calde e più critiche, dove i cambiamenti climatici stanno impattando in maniera più chiara. Quindi, per il futuro si attendono, tra le tantissime conseguenze, l’aumento della siccità e degli eventi estremi».
Torrigiani Malaspina sottolinea pure che «la conformazione orografia del territorio può sicuramente influire molto». Forse la cittadella si trova in un contesto ambientale che favorisce questi fenomeni estremi? Due eventi meteorologici in un anno non sono ancora una prova, ma offrono chiari indizi.
Per contribuire
Gli abitanti della cittadella vogliono ringraziare tutti coloro che hanno già contribuito alla raccolta fondi per il restauro del complesso del Santuario Maria Theotokos. È purtroppo evidente che le operazioni di ricostruzione e di adeguamento eccederanno i danni rilevati sulle strutture assicurate. Per questo motivo, gli aiuti che arriveranno saranno preziosi per far diventare Loppiano ancora più sicura e accogliente.
A tal fine, segnaliamo il c/c intestato a P.A.F.O.M., presso l’istituto bancario Intesa San Paolo S.p.A.
Codice Iban: IT96O0306909606100000180817. Codice Bic: BCITITMM. Causale: Erogazione liberale complesso Maria Theotokos