Le donne della “Visitazione”

1 Giu 2022 | Vita

Sono di continenti diversi. Vivono insieme alla “Visitazione”, la casa colonica che a Loppiano ospita la Scuola delle Volontarie del Movimento dei Focolari, chiamate, con i Volontari, a lavorare per costruire una società rinnovata dal Vangelo.

 

La trovi proseguendo oltre Tracolle, superando il laghetto, camminando tra ulivi e vigne. Si chiama “La Visitazione”, ed è una casa colonica tra le più belle di Loppiano. Deve il suo nome a quell’incontro tra due donne che l’evangelista Luca racconta sia avvenuto, un paio di millenni fa, presso una “regione montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1, 39). L’episodio è noto ed è stato rappresentato da artisti del calibro di Giotto, Raffaello, Pontormo, Ghirlandaio. Maria, già incinta di Gesù, si reca presso la casa della cugina Elisabetta per aiutarla nelle faccende domestiche, visto che anche lei, seppur anziana, era in gravidanza.

Come Maria ed Elisabetta, anche le abitanti della Visitazione sono donne. Sono di nazionalità ed età diverse. C’è un architetto, una casalinga, un ingegnere chimico, una ragioniera, un’insegnante… Qualcuna abita qui da alcuni anni o mesi. C’è chi è arrivata in giornata per supportarle. Altre sono semplicemente passate per fare una visita. D’altra parte, è casa loro! Infatti, dal 31 maggio del 1984, questa è la sede della Scuola di formazione per le Volontarie. Ovvero, per quelle donne laiche che, nubili o sposate, seguono la spiritualità del Movimento dei Focolari e sono particolarmente impegnate a vivere la rivoluzione portata dal cristianesimo lì dove sono, nel loro quotidiano: sul lavoro, in famiglia, nella società. Anche dando vita ad opere sociali, perché si compia il disegno di Dio sull’umanità: la fraternità universale.

Antonella, che è pugliese, assieme a Maria Mercedes che viene dalla Colombia e Jackie, delle Filippine, sono parte del team della scuola. Elisabetta e Rosaria, toscane, collaborano con loro, pur non vivendo stabilmente qui.

«Io non ci volevo proprio venire all’inizio – confida Antonella, 65 anni, che è arrivata durante la pandemia –. Mi ero offerta per un periodo di servizio per le volontarie. Ma capirai, avevo una cartoleria a Lecce, ero circondata da una comunità viva, tanti rapporti con le persone che passavano in negozio. Mi dicevo: e io che ci vado a fare in campagna? Eppure, appena sono arrivata, ho sentito una grazia. Mi sono sentita al posto giusto».

Molte di loro, negli anni passati, hanno vissuto esperienze di formazione alla Visitazione. «Si tornava capovolte. – ricorda Elisabetta – Vedere che il Vangelo si poteva vivere e che dava gioia! Che si poteva condividere la vita con persone diverse per cultura, mestiere, classe sociale. Era come abbeverarsi ad una fonte del Cielo». E Rosaria: «Io venivo per dare una mano per quello che sapevo fare: il cucito, la manutenzione del giardino. C’erano queste volontarie da tutti i continenti… e per me che ero casalinga è stato come aprirmi al mondo, alle altre culture!».

Come testimonia Maria Mercedes, anche oggi, l’esperienza che si vive alla Visitazione non è meno intensa: «Io imparo tanto dalla diversità di Jackie e Antonella. La nostra vita è un continuo allenamento ad accoglierci, ad amare l’altra e ad accettarla così come è. Non sempre io ci riesco. Anche chi viene qui per un periodo si accorge che non la pensiamo allo stesso modo, che ci arrabbiamo anche. Però, poi, ci si chiede scusa, ci si chiede “come stai?”, e si ricomincia… Come in famiglia!».

Antonella racconta che soltanto da luglio 2020 a dicembre 2021, in tempo di pandemia, sono passate dalla Visitazione circa 180 persone, non solo volontarie. Alcune persone vengono per riposare, altre perché passano un momento di difficoltà, o per approfondire la vocazione di queste donne. «Sentiamo che la cosa più importante è che queste persone sperimentino l’amore, l’accoglienza di una famiglia. Stando qui, noi volontarie abbiamo la possibilità di donare Gesù a tutti quelli che passano. Questa è la nostra vita quotidiana. Per questo sarebbe bello che ogni volontaria del mondo potesse sperimentare almeno una volta questa esperienza di servizio» sogna Maria Mercedes.   

Belle le donne della Visitazione. Ricordano l’amore semplice, familiare, che guidò Maria a servire Elisabetta. Nella logica evangelica, la fraternità universale si costruisce partendo da qui.

 

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