Sui temi della pace, dell’intercultura e dell’ecologia integrale, si sono finalmente ritrovati giovani di oggi e di ieri nella cittadella, dopo due edizioni seguite davanti al proprio computer. Collegamento video planetario per contribuire all’inizio della Settimana Mondo Unito.
Fino alla vigilia, le previsioni indicavano pioggia leggera la mattina e rovesci nel pomeriggio. Insomma, la certificazione di un mezzo naufragio. Perché vivere la festa del Primo Maggio a Loppiano trascorrendo la giornata al coperto avrebbe depredato il tradizionale appuntamento del fascino di un gioioso ritrovo all’aperto tra musica e laboratori, dialoghi e natura. Ma la determinazione dei giovani organizzatori e la fede nella forza della preghiera hanno sovvertito i pronostici atmosferici, regalando sulla cittadella una mattinata con cielo coperto e un solicello nel pomeriggio. Traboccante di entusiasmo è stato perciò il tono dei due presentatori che alle 10,00 hanno dato il benvenuto ai quasi 400 partecipanti.
«Finalmente in presenza e non più dietro ad uno schermo come nelle ultime due edizioni trasmesse on line a causa della pandemia», ha esordito Chiara, ligure di Savona. «Oggi possiamo riscoprire la bellezza che c’è nel relazionarci con gli altri, nel lavorare fianco a fianco», aveva proseguito, raccogliendo un significativo appaluso di consenso. Erano motivati i presenti, che, nonostante il preannunciato tempo brutto, si erano messi in strada, oltreché dalla Toscana, anche da Campania ed Emilia Romagna, Marche e Lazio. Altri appassionati del Primo Maggio di Loppiano avevano organizzato appuntamenti a Monopoli (Bari), Isola del Liri (Frosinone), Roma, Ancona, Padova e Milano. Un evento da non perdere, che dà una carica speciale dal 1973, tanto che a Loppiano erano presenti non solo i ventenni di oggi, ma anche quelli degli ultimi decenni.
In piena sintonia con i temi di grande attualità, il programma della giornata si è dipanato, con riflessioni e laboratori, attorno alla pace, alla cura delle relazioni, all’intercultura, alla salvaguardia della natura. “Recharge” era il titolo di questa edizione, ovvero ricaricare, «per ridare forza alla voce di quanti chiedono e lavorano per la pace, per un mondo più fraterno – aveva sottolineato Samuele, nato e cresciuto a Loppiano –, ed anche ridare valore e rispetto alle risorse che la natura ci offre».
Gli organizzatori avevano infatti aderito alla campagna “Dare to Care”, espressione inglese che significa “osare prendersi cura”, con particolare riferimento alle persone, al pianeta e alla conversione ecologica. E dal palco sono state dette parole chiare e impegnative: «Parliamo non di una pennellata di ecologia, ma di un’ecologia integrale che si prende cura della natura come della persona umana». E ancora: «Vogliamo prenderci la responsabilità di cambiare i nostri stili di vita, fino a lavorare per cambiare i modelli di produzione e consumo che hanno ammalato il pianeta e affamato gran parte dell’umanità».
Con questo impegno, il Primo Maggio di Loppiano ha contribuito a dare avvio alla Settimana Mondo Unito, sorta nel 1996 per coinvolgere in modo più attivo l’opinione pubblica nel cammino verso un mondo unito, attraverso iniziative portate avanti dalle diverse generazioni del Movimento dei Focolari, anche assieme ad altri. Un collegamento video planetario di un’ora ha messo in rete Loppiano con giovani e con le loro azioni dalle Filippine alla Siria, dalla Colombia alla Polonia, dall’Egitto all’India. Un respiro vasto e una visione globale per lavorare con più convinzione a livello locale. Per cui, quel divertente coro e quella coinvolgente danza collettiva nel campo sportivo sulle note della nuova canzone del Gen Verde “We choose peace” (Noi scegliamo la pace), assumeva la forza di una convinzione e l’impegno per un’azione nel quotidiano. «Parto con la carica della serenità e la voglia di conoscere il mondo di ogni persona», ha confidato Chiara prima di fare 400 chilometri per tornare nella sua Mondragone (Caserta), mentre viaggio breve per Nicolas, sedicenne di Prato, che nello zainetto si è messo «l’esperienza di aver conosciuto persone di altre culture, per cui torno con il desiderio di stare più attento agli altri e di stabilire relazioni con tutti».