Mi ha colpito molto un articolo che ho letto in questi giorni, che offriva una lettura contemporanea della meditazione scritta da Chiara Lubich “Hanno sloggiato Gesù” (1997). Lì, tra l’altro, lei scriveva: «Nel mio cuore l’incredulità e poi quasi la ribellione: questo mondo ricco si è “accalappiato” il Natale e tutto il suo contorno, e hanno sloggiato Gesù! Ama del Natale la poesia, l’ambiente, l’amicizia che suscita, i regali che suggerisce, le luci, le stelle, i canti. Punta sul Natale per il guadagno migliore dell’anno. Ma a Gesù non pensa. “Non c’era posto per lui nell’albergo” […]».
Certamente quando uno vive in un ambiente a maggioranza cristiano come Loppiano, e circondato da cristiani, forse non si accorge che la realtà in cui sono immerse tante persone in Occidente è un’altra. Non sono ingenuo, la maggioranza dei miei amici in Spagna sono non credenti o non praticanti. Ma diciamo che i miei occhi si sono come aperti di nuovo dopo quella lettura, e allora mi sono posto la domanda: «Cos’è il Natale per te?».
Sono in quella fascia di età che vede il Natale spogliarsi dalle cose che da bambino o ragazzo lo caratterizzavano. Tradizioni, come l’andare dai vicini a fare gli auguri, canti tipici, regali e… soprattutto gli incontri che vedevano unita tutta la famiglia (adesso ormai mancano tanti membri, o perché sono partiti per il Paradiso o semplicemente perché non si riuniscono più). E può trovare spazio un po’ di nostalgia.
Tuttavia, la domanda resta: «Cos’è il Natale per te?»: E devo personalmente rispondere in tutta sincerità: «Natale è Gesù». È Gesù, che viene oggi, ancora oggi. Viene ad incarnarsi in questa realtà concreta dove sono, in questo tempo, dicembre 2021. E certamente porta, ancora oggi, con sé, i suoi doni.
Se il Natale è Gesù, se si mette Lui al centro,
Natale è anche pace, perché contemplando quel Bambino a Betlemme, l’amore di tutto un Dio che si fa così piccolo, il cuore si riempie di serenità e di pace.
Natale è anche gioia, si può festeggiare, si può ancora cantare, perché Gesù è venuto a salvarci, anzi il suo nome significa “Dio salva”.
Natale è anche famiglia, forse non come prima, ma con i fratelli e le sorelle che mi sono accanto, perché Gesù ci ha fatto tutti fratelli e figli di Dio.
Natale è amore, perché contemplando l’Amore di Dio che attraversa la distanza infinita tra Cielo e terra, e tutta la storia, non si può rispondere in altro modo che amando.
E certamente di tutte queste cose ciascuno di noi ha bisogno, e anche tutta l’umanità!
Allora, mi e vi auguro che possiamo godere di questi doni insieme, con Gesù fra noi.
Come sempre diceva Chiara Lubich: che sia il Natale più bello della nostra vita! Buon Natale!
Aitor de la Morena
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Aitor de la Morena è un sacerdote focolarino che frequenta e vive a Loppiano dal 2010. Viene dalla Spagna, da un paese chiamato El Molar, a circa 40 chilometri da Madrid. Aitor segue il dottorato in Ontologia Trinitaria presso l’Istituto Universitario Sophia.