Il 14 settembre 2000, il comune conferì la cittadinanza onoraria alla fondatrice dei Focolari. Il punto attuale con la sindaca Giulia Mugnai. «Loppiano, presenza forte per il dialogo, la cultura, la cura dell’ambiente».
C’era autentico interesse, ma anche un pizzico di legittima curiosità. Certo, era la prima cittadinanza onoraria conferita dal comune di Incisa in Val d’Arno. Ma soprattutto si trattava di incontrare una figura ben nota. Così, erano presenti non solo il consiglio comunale, ma pure i sindaci del Valdarno e della Val di Sieve.
Quel 14 settembre 2000, nel salone San Benedetto, il sindaco Emanuele Auzzi era emozionato e orgoglioso di annoverare Chiara Lubich tra i propri concittadini. Manifestò la sua stima nei confronti della fondatrice dei Focolari e parlò della cittadella come di «una risorsa importantissima per il territorio del comune e per la realtà del Valdarno».
La nuova cittadina di Incisa ricordò innanzi tutto «la prima pietra della cittadella, Eletto, Vincenzo Folonari, il ricco focolarino che s’è fatto, per amore di Cristo, povero di tutto, ormai in Cielo», che aveva donato la terra su cui sorge Loppiano.
Da quella cittadinanza alla Lubich, i rapporti tra amministrazione locale e cittadella si sono sviluppati. Lo fa presente Giulia Mugnai, al secondo mandato come sindaca (così gradisce venire chiamata) del nuovo assetto istituzionale – Figline e Incisa assieme –, dopo essere stata consigliere comunale dal 2009 al 2013.
Cosa ha costituito negli anni la cittadella per l’amministrazione comunale?
«Loppiano costituisce da tanti anni parte viva e attiva della comunità circostante, con relazioni costruttive sotto i diversi aspetti. Loppiano trasmette un senso profondo della sua presenza perché lancia un messaggio alla città e al territorio».
Che tipo di messaggio?
«Si tratta di un messaggio forte, che invita alla costruzione di ponti e relazioni tra tutti, grazie all’internazionalità dei suoi abitanti e alla testimonianza di una convivenza che è un esempio per chiunque. E questo è un contributo quanto mai importante in questo periodo in cui crescono i timori verso le diversità culturali, etniche, religiose. Quello di Loppiano è un messaggio fondante. E dice anche altro».
Ovvero?
«Desidero sottolineare pure il messaggio che parte dalla cura del territorio e della campagna, dall’amore per la natura, manifestato attraverso le tante iniziative di custodia per la terra in cui i cittadini di Loppiano vivono».
Alla luce della sua esperienza di sindaca, che tipo di contributo sta dando in questi ultimi anni la cittadella?
«La nascita dell’Istituto universitario Sophia ha significato la creazione di un presidio culturale che ha innestato una stimolante riflessione all’interno dell’università, ma anche per il territorio circostante, per Firenze. Sul territorio – dall’iniziativa sul benessere sociale di Figline alla riflessione a Campi Bisenzio sull’economia civile – c’è un fermento significativo. Sophia è presente in questo contesto e ha già portato innovazione nella cultura della Toscana, della comunità civile e delle pubbliche amministrazioni».
Vediamo che apprezza molto l’apporto culturale.
Sì, certo. Ma non dimentico l’utilissimo contributo sul fronte dell’assistenza sanitaria. Con prontezza la cittadella ha iniziato a produrre le mascherine Made in Loppiano, proprio nel periodo in cui non si riuscivano a reperire. E ricordo l’impegno dei giovani di Loppiano e degli studenti di Sophia nella distribuzione delle mascherine».
Come i cittadini del comune vedono oggi la cittadella?
«I cittadini hanno molti rapporti con gli abitanti di Loppiano ormai da tempo. Tantissime famiglie del territorio sono legate a Loppiano in vario modo e questa reciprocità di rapporti favorisce una permeabilità positiva e costruttiva tra territorio e cittadella. Ho notato che l’attenzione all’ambiente da parte di Loppiano è apprezzata dalla gente, che, salendo alla cittadella, trova anche un luogo ben curato, uno spazio di relax, di serena distensione».
E le sue attese di sindaco nei confronti della cittadella?
«Prima di tutto, incrementare i rapporti con Sophia. Mi piacerebbe portarla nelle scuole medie e nelle superiori, in modo tale da diffondere gli stimoli, le idee e gli obbiettivi di Sophia per costruire con le nuove generazioni una visione di futuro».
E poi?
«Più in generale, con Loppiano si tratta di sviluppare una maggiore accessibilità alla cittadella, i cui spazi verdi, i percorsi nella natura, il prato vicino al salone san Benedetto sono ormai frequentati dai cittadini del territorio. È un patrimonio che va reso fruibile a tutta la comunità circostante. Va rafforzata la collaborazione tra cittadella e territorio in modo da incrementare un proficuo rapporto osmotico».