Filosofia, scienza e fede: più che complementari, necessarie l’una all’altra. Una giornata-convegno sul rapporto tra le discipline scientifiche e umanistiche.
Proprio nell’anno della fede, il coraggio di Benedetto XVI ci ricorda che una teologia che non tenga conto del pungolo continuo della ricerca filosofica e delle sollecitazioni scientifiche non è autentica teologia, è per questo che siamo chiamati a far interagire i tre ambiti. E il premio “Renata Borlone, donna in dialogo”, assegnato ieri a Loppiano all’astrofisico e cosmologo Piero Benvenuti ha appassionato il pubblico presente e quello collegato via internet, mostrando la ricchezza oltre che la necessità di tale relazione. La figura di Renata Borlone, titolare del premio e serva di Dio, è stata al centro della prima parte del pomeriggio nella quale ci si è anche interpellati sulla opportunità di sostenere le cause di beatificazione. “Se la proclamazione della santità di qualcuno serve a far riconoscere il primato di Dio, perché no?” – aveva affermato nel settembre scorso, Maria Voce, presidente dei Focolari, in occasione di LoppianoLab. E chi ha conosciuto Renata personalmente, sa bene quanto queste parole la definiscano. Un percorso di santità, il suo, che è testimonianza “del rapporto, della relazione, della sinodalità, della reciprocità con chi ci sta accanto”, come affermava sempre Maria Voce.
E’ seguita la cerimonia di premiazione del prof. Piero Benvenuti, attualmente docente di Astrofisica presso l’Università di Padova, Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e direttore del CISAS (Centro Interdipartimentale degli Studi e attività spaziali). A motivo di tale riconoscimento la costante tensione al trascendente nel suo lavoro scientifico, l’opera di diffusione e divulgazione della verità scientifica quale contributo veritativo sulla persona umana e l’apporto al dialogo tra scienze della natura e teologia cristiana.